CASERTA – “Avevamo visto giusto nel voler rappresentare le necessità del lavoro della provincia di Caserta e le ricadute del decreto legislativo sul mercato del lavoro nella nostra Provincia. Anche da Caserta, infatti, è partito un messaggio chiaro e forte verso il Governo Monti affinché le regole del mercato del lavoro siano supportate con occupazione e maggiore attenzione per i territori deboli, dove la criminalità imperversa e la politica non riesce a dare risposte ad un contesto sociale sempre più indebolito, da una crisi che ormai perdura e degenera da troppi anni”.
Con queste parole la Segretaria Generale della Camera del Lavoro di Caserta, Camilla Bernabei, ha espresso la sua piena soddisfazione per l’esito della protesta che questa mattina ha visto scendere in piazza, oltre a tutti i lavoratori, i disoccupati, i giovani precari, i pensionati, le associazioni, i partiti politici e anche i sindaci dei Comuni di Letino, Capriati, Prata Sannita, Gallo Matese, Ciorlano, Pratella, Ailano, Fontegreca, Valle Agricola, Piedimonte, Castello Matese, per una stima di circa 5000 presenze. Il compiacimento della Segretaria Bernabei, rivolto prevalentemente all’organizzazione sindacale rappresentata, apre anche ad un percorso unitario in tempi rapidi, affinché si possano raggiungere tutte le condizioni per il recupero industriale e di sviluppo del territorio. La sentita e massiccia partecipazione alla manifestazione, sta a dimostrare come, la preoccupazione generale per il futuro lavorativo della Provincia di Caserta, sia in crescita. La mancanza d’impiego in Terra di Lavoro, infatti, è in aumento, le donne e i giovani sono tenuti fuori dal mercato del lavoro o costretti ad un lungo e umiliante precariato o indotti al lavoro nero. Le crisi aziendali fanno perdere lavoro ai cinquantenni che difficilmente potranno ritrovarlo. Il punto più critico della disperata condizione lavorativa in provincia di Caserta è quello della forza lavoro detenuta nelle mani illegali del sommerso. Criminalità e lavoro nero, infatti, contribuiscono anche ad aumentare il divario tra Nord e Sud poiché impediscono il potenziamento delle risorse lavorative. Occorre quindi ripartire dal lavoro e un segnale forte è stato dato questa mattina, affinché si realizzi uno sviluppo intelligente dell’occupazione sul territorio, con la difesa e il rafforzamento dei servizi essenziali e del trasporto pubblico locale, la non abolizione dell’articolo 18, la dignità e il lavoro per i cittadini di Terra di Lavoro; una mobilitazione, quindi, in linea con la lotta che la Cgil sta portando avanti in tutt’Italia, affinché il decreto sul mercato del lavoro abbia delle modifiche nella discussione parlamentare.