CAPODRISE – Le buone notizie per i dipendenti del Mercatone Uno di Capodrise non sono finite. Dopo la telefonata dal Ministero dello Sviluppo economico, che ha fatto balzare il caso su un tavolo di trattativa nazionale per scongiurare i licenziamenti, arriva la conferma che Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, domenica, giorno di Pasqua, alle 11.30, su invito del sindaco Angelo Crescente, raggiungerà le lavoratrici e i lavoratori al parcheggio di via Retella per esprimere loro solidarietà umana e cristiana e per officiare la santa messa. Per l’occasione, il tradizionale rito che si celebra nella chiesa di San Pietro Apostolo è stato annullato e tutti i fedeli che vorranno assistere alla funzione religiosa sono stati inviatati a I Giardini del Sole per partecipare a un evento eccezionale, che ha un alto valore simbolico. Il parroco don Rocco Santorsola sarà al fianco di Nogaro e con lui, la corale della parrocchia di via Giannini. «Ringrazio il padre vescovo – dichiara Crescente – per aver accolto, senza indugi, il mio appello. Nel giorno in cui la Chiesa celebra la passione, il martirio e la resurrezione del Cristo, il mio auspicio è che, con l’aiuto di tutti, quanto prima arrivi il giorno della resurrezione per i dipendenti del Mercatone e per quelli dell’intera area commerciale». Il sindaco il 9 maggio sarà a Roma, all’ufficio gestione vertenze del Mise, per partecipare a un incontro con i sindacati e i proprietari del megastore. «Chiederò – ribadisce Crescente – lo stralcio del punto vendita di via Retella dal piano di ristrutturazione di Mercatone Uno, che prevede la chiusura di 13 punti vendita in Italia». Il Comune è pronto a fare la sua parte, con nuovi servizi e nuove infrastrutture: «Entro l’estate – aggiunge – apriremo il cantiere della bretella che ci collegherà alla zona Pip di Recale, poi redigeremo il Piano per gli insediamenti produttivi, nel quale sarà riconfermata la vocazione commerciale del comparto». Del resto, difendere i livelli occupazionali e coinvolgere la Regione e il Ministero erano due dei cinque punti approvati all’unanimità, il 10 aprile, dal Consiglio, riunito in seduta urgente. In quella sede, i gruppi consiliari, i partiti politici, le associazioni sono riusciti a trovare una sintesi su un documento che è ora la bussola del sindaco. Ciò nonostante, il rischio che la vertenza finisse su un binario morto e che la sfiducia prendesse il sopravvento era comunque elevato. Ecco perché le maestranze, in sciopero a oltranza dal 5 aprile, mercoledì mattina, hanno pensato di animare una protesta – shoccante e ironica al contempo – che ha subito guadagnato la ribalta delle cronache locali e nazionali. Al termine di un flash mob sulle note di «Mi vendo» di Renato Zero, hanno indossano una maglietta gialla con su scritto «utero in svendita» e «seme in liquidazione». Un messaggio forte, di grande impatto, che avrà fatto storcere il naso a qualcuno, ma di fronte al pericolo di finire per strada, di vedere compromesso il loro futuro, anche un’«offerta» così speciale ai lavoratori è apparsa una delle strade da percorrere.