CASERTA – Una nuova via, sia in concreto che in senso figurato. Da oggi, infatti, il tratto di viale Cappiello che si congiunge Piazza Pitesti a via G. M. Bosco presenta un rinnovato manto stradale che utilizza – primo esempio nel centro sud – un conglomerato bituminoso proveniente dalla trasformazione di pneumatici fuori uso.

La nuova pavimentazione – che presenta caratteristiche innovative di assoluta rilevanza, quali migliore fono-assorbenza, maggiore durata e più elevati standard di sicurezza – è stata eseguita dalla società Tecno Beton, rappresentata dal titolare Giuseppe Capuano.

Alle operazioni erano presenti i rappresentanti di Confindustria Caserta (che ha promosso l’iniziativa), Roberto Quaranta di Tecnoevironment scarl, che ha coordinato gli interventi; Guido Costanzo di Geos Environment (la società che nei giorni scorsi ha curato la raccolta degli pneumatici nelle campagne e sul litorale di Castelvolturno); Ireneo Ciccarelli della Sycorex spa (che ha operato la prima e seconda trasformazione del prodotto) e Ines Antunes direttore tecnico di Asphalt Rubber, società toscana titolare del brevetto del conglomerato bituminoso modificato con polverino di gomma, che ha fornito appunto l’asfalto.

Alla stesa dell’innovativo asfalto hanno assistito anche i docenti del Politecnico di Torino, Ezio Santagata e Maria Chiara Zanetti, che hanno eseguito rilievi sui fumi e sulla qualità del prodotto; oltre, naturalmente, a numerosi cittadini che hanno simpaticamente fatto a  gara con i numerosi giornalisti e foto-cine-operatori presenti nel chiedere approfondimenti e delucidazioni sulle caratteristiche del prodotto.

E’ appena il caso di ricordare che la pavimentazione del tratto di Viale Cappiello non ha pesato nemmeno per un euro sulle casse dell’amministrazione comunale, che ha favorito tuttavia l’iniziativa cogliendo in pieno il valore non soltanto simbolico di questo progetto-pilota. “perché una cosa deve essere finalmente chiara – come ha spiegato Antonio Diana, vice presidente di Confindustria Caserta – i rifiuti non devono costituire un problema, come finora è stato, ma una risorsa”.

Diana, inoltre, ha anche ricordato che istituzioni e aziende che hanno sottoscritto nei mesi addietro il protocollo d’intesa che è alla base del progetto – non a caso denominato “una nuova via” – si sono impegnate non soltanto a promuovere l’utilizzo di questo tipo di asfalto, ma anche a rispettare i canoni del “green public procurement”, vale a dire, “la raccomandazione di legge che stabilisce l’utilizzo di una percentuale di prodotti ricavati dal riciclo di materiali nella realizzazione di opere pubbliche”.

Da raccolta e riciclo degli pneumatici abbandonati conseguono, evidentemente, anche altri vantaggi non trascurabili. Aggiunge Diana: “Alla riduzione degli incendi che per anni hanno funestato il territorio, causando danni ambientali gravissimi, per l’emissione di fumi nocivi ed inquinamenti nei terreni, si aggiungono i vantaggi legati alla creazione di un sistema industriale, obbligato in un qualche modo all’innovazione, che tiene conto di una corretta economia del riciclo, con possibilità di sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro sicuri e stabili”.

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