Le organizzazioni sindacali Cobas Ambiente, Sindacato Azzurro, Flaica Cub, Usb, Assotrasporti, Uap, Cesil e SNAF hanno presentato una richiesta di audizione alla Camera dei Deputati per poter discutere della problematica che riguarda i lavoratori dei Consorzi di Bacino. La missiva è stata consegnata al grillino di Maio, oggi in Campania per lo Spazzatour.
“Considerato che – si legge nella nota – la conflittualità delle normative nazionali e regionali vigenti in materia di gestione dell’intero ciclo dei rifiuti in Campania, ha determinato una grave crisi occupazionale dei dipendenti dei Consorzi di Bacino in liquidazione della Regione Campania, assunti per le attività di raccolta differenziata e per il loro trattamento nell’impiantistica di supporto ad essa, mettendo a rischio numerose famiglie monoreddito chiedono un’ audizione per rappresentare lo stato di disagio in cui versano i lavoratori e per presentare una proposta di risanamento dell’intero sistema”.
Ecco il testo della missiva consegnata all’onorevole Di Maio.
Egregio Vice Presidente, le scriventi OO.SS., intendono sottoporre alla Sua attenzione la grave e persistente crisi in cui versano i dipendenti dei Consorzi di Bacino in liquidazione della Regione Campania, assunti per le attività di raccolta differenziata e per il loro trattamento nell’impiantistica di supporto ad essa e il cui futuro occupazionale è incerto.
Preliminarmente è doveroso presentarLe una breve sintesi storica sui lavoratori dei Consorzi di Bacino.
Tali Consorzi di Comuni furono costituiti obbligatoriamente per gli effetti della legge Regionale Campania 10/93, ottemperando a quanto disposto dalla legge 142/90 articolo 25 comma 7 e, pertanto vennero definiti consorzi intercomunali obbligatori.
Nell’ambito della stessa Regione Campania furono individuate, 18 aree geografiche definite di Comuni contigui ed a questi ultimi venne imposto di costituirsi in Consorzio per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Per difficoltà oggettive correlate alla politica, i Consorzi rallentarono la loro costituzione, per cui nel 1994 il Governo dichiarò lo stato di emergenza rifiuti conferendo poteri speciali in deroga ad un Commissario Straordinario, il quale provvide a nominare per ognuno dei 18 consorzi un Commissario ad acta per la costituzione dei rispettivi C.d.A.
Nel contempo ai Consorzi furono affidati tutti gli impianti gestiti precedentemente dai privati senza assumerne il personale che vi operava, in quanto la natura dei Consorzi era di ente pubblico e per accedervi necessitava bandire dei pubblici concorsi.
A tal riguardo, successivamente, a seguito di proteste sociali collettive, fu promulgato il Decreto Legge n. 510 del 1 ottobre 1996, successivamente convertito nella legge 608/96, mediante il quale, il personale delle discariche private, in deroga alla normativa vigente in materia di avviamento al lavoro, fu avviato a selezione e successivamente assunto dai Consorzi con il contratto Enti Locali. Tale contratto fu applicato fino all’anno 1998 quando, a seguito di incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Governo e Regione Campania convennero autonomamente di applicare in via negoziale con i Consorzi per la parte economica contrattuale il CCNL Federambiente, fermo restando per la parte normativa il contratto degli Enti Locali.
Nell’anno 1999 con le Ordinanze del Commissario di Governo all’Emergenza rifiuti nn. 1 e 2, pubblicate sul BURC n. 40 del 28 giugno 1999, in ottemperanza a quanto disposto dall’O.P.C.M. 2948/99, nei 18 consorzi furono assunti altri 2000 lavoratori, previo bando di selezione pubblica con apposita graduatoria regionale. I candidati dovettero produrre la certificazione di idoneità per l’accesso al pubblico impiego e fu applicata la stessa procedura contrattuale degli altri dipendenti dei Consorzi, che nel totale avrebbero dovuto essere a tutt’oggi all’incirca 2.350.
Nel periodo intercorrente tra l’anno 2004 e l’anno 2010 i consorzi procedettero autonomamente ad assumere per concorso circa 1.700 nuove unità utilizzando delle proprie società partecipate che poi confluirono nei consorzi sino ad un totale di circa 4000 unità.
Con le Leggi Regionali Campania n. 4/2007 e 4/2008 si provvide a destinare tali lavoratori alle Province, che avevano il compito di gestire il ciclo dei rifiuti; però ciò non è mai avvenuto a causa di tutte le proroghe che hanno ricevuto i consorzi nel corso di questi anni e soprattutto per gli effetti dell’art. 13 della legge 26/2010 commi 1-2-3, più volte prorogata attraverso il decreto mille proroghe.
Inoltre, in esecuzione dell’ articolo 11, comma 8, del decreto legge 23 maggio 2008, n.90, convertito nella legge 14 luglio 2008 n.123, gli otto consorzi di Bacino delle Province di Napoli e Caserta, nelle more
della costituzione delle società provinciali di cui alla Legge Regionale, furono sciolti e riuniti nel Consorzio Unico di Bacino suddiviso in quattro Articolazioni Territoriali a Caserta e altrettante quattro a Napoli, subentrando ai Consorzi CE 1-2-3-4- e NA 1-2-3-4 . Successivamente, le Articolazioni Territoriali NA1, NA2, NA3, NA4 furono accorpate in un’ unica Articolazione Territoriale denominata “Articolazione Territoriale NA”, e le Articolazioni Territoriali CE1, CE2, CE3, CE4 furono accorpate in un’ unica Articolazione Territoriale denominata “Articolazione Territoriale CE.
Il Legislatore, poi, con la Legge 26/10, ha approntato una serie di norme specifiche per la Regione Campania nell’ambito del settore rifiuti, volte a regolare la fase post emergenza e ha affidato quindi alle Province della Regione Campania, sulla base delle previsioni di cui alla Legge della Regione Campania 28 marzo 2007, n. 4 e succ. mod. e integrazioni, il ciclo di gestione integrata dei rifiuti, affinché le medesime, per il tramite delle società provinciali all’uopo costituite, subentrassero nei contratti in corso con soggetti privati che svolgono in tutto o in parte le attività di raccolta, di trasporto, di trattamento, di smaltimento dei rifiuti.
Attraverso la legge 26/ 2010 i Consorzi di Bacino della Regione Campania vennero posti in liquidazione e, contestualmente furono nominati dei Commissari Liquidatori, investiti delle relative funzioni con appositi decreti di nomina da ciascun Presidente delle 5 Province della Regione Campania e investiti altresì della provvisoria gestione ordinaria dei rifiuti, in attesa del previsto passaggio di funzioni al nuovo soggetto.
La legge n. 135 del 2012 poi ha attribuito ai Comuni le competenze relative all’organizzazione e alla gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti solidi urbani, nonché quelle per la riscossione dei relativi tributi (attraverso l’istituzione della Tares).
Una norma che ha ribaltato quindi l’indirizzo consolidato da anni in Campania, che riconosceva alle Province in virtù del combinato disposto della legge n. 26 del 2010 e della legge regionale n. 4 del 2007, la titolarità dell’intero ciclo integrato dei rifiuti.
Con il D.L. n. 1/2013 del 14/01/2013, convertito nella Legge n. 11/2013 del 01/02/2013,
Al termine del 31.12.2013, quale scadenza del regime ordinario provvisorio di gestione della raccolta degli RSU mancano pochi mesi.
Ad oggi, è in itinere una modifica della Legge Regionale Campania sui rifiuti per adeguarla alla normativa nazionale. L’assessore all’Ambiente della Regione Campania, ha presentato ai sindacati la bozza della Legge che doveva essere portata in Consiglio Regionale entro il mese di maggio 2013, ma nulla è stato fatto. A seguito della dichiarazione della Corte Costituzionale di illegittimità costituzionale del taglio e del riassetto delle province, la situazione è ora in una fase di stallo.
l’attuale
sistema di gestione dei rifiuti in Campania è stato prorogato fino al 30 giugno 2013 e con la legge 71 del 24/06/2013 art. 3 comma 3- ter è stato ulteriormente prorogato fino al 31.12.2013 termine che ha
stabilito il passaggio delle competenze gestionali dell’intero ciclo dei rifiuti ai Comuni.
A questa condizione di incertezza normativa si aggiunge e assume fondamentale rilievo il fatto che i Consorzi della Campania sono ormai senza fondi e quasi privi di attività affidate dai sindaci dei Comuni campani alle ditte di ecomafia e, pertanto si registrano considerevoli e insostenibili ritardi nel pagamento degli stipendi.
Infatti, la stragrande maggioranza dei lavoratori dei consorzi vanta stipendi arretrati per periodi che vanno da 3 a 30 mesi. Inoltre, 55 lavoratori DEI CONSORZI NA5-AV1-AV2- CUB CE sono stati illegittimamente licenziati e altri 124 dei consorzi di BN1-BN2-BN3 sono stati sospesi per dare spazio a clientele.
A ciò si aggiunge che i precitati consorzi non hanno provveduto per periodi lunghissimi al pagamento degli obbligatori contributi previdenziali ed hanno utilizzato per scopi diversi il TFR dei lavoratori .
Oltre a ciò, non hanno provveduto al pagamento delle società finanziarie che avevano emesso prestiti a favore dei dipendenti, pur trattenendo loro regolarmente le quote mensili in busta paga. Le cause principali che hanno determinato tale situazione sono riconducibili fattori diversi che hanno contribuito a determinare il caos nel settore e precisamente:
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La fuoriuscita dei Comuni dai Consorzi in violazione delle Leggi nazionali e regionali, nonché l’inosservanza da parte dei Comuni delle ordinanze emesse dai vari Commissari all’ Emergenza Rifiuti e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri;
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Il mancato versamento da parte dei Comuni dei canoni dovuti ai Consorzi obbligatori seppure da questi ne ricevessero i servizi;
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L’assegnazione in via definitiva della tassa dei rifiuti ai Comuni che in forma singola o associata possono gestire il ciclo dei rifiuti e che sono finora senza nessun obbligo normativo di assumere il personale attualmente dipendente dei citati Consorzi, considerato che la Legge Regionale non è stata ancora approvata.
Occorre infine ricordare che purtroppo in questi ultimi tempi i mezzi di informazione hanno creato una colossale campagna diffamatoria e denigratoria nei confronti dei lavoratori dei Consorzi di Bacino, come se gli stessi siano stati in questi anni gli artefici degli sperperi di danaro pubblico. I dipendenti dei Consorzi di Bacino assunti dal 1996 al 2001, invece, sono i legittimi titolari delle attività del ciclo dei rifiuti. Essi sono le vittime di un sistema politico clientelare ed eco-mafioso che non ha permesso loro di poter operare, circostanza che ha leso profondamente la loro dignità professionale e umana. Le istituzioni sono state le vere responsabili della dissipazione di ingenti risorse economiche pubbliche, permettendo che venissero operate centinaia di nuove assunzioni clientelari e non pretendendo l’utilizzo dei lavoratori dei consorzi, permettendo altresì che i Comuni della Regione Campania fuoriuscissero dai Consorzi obbligatori contrariamente a quanto stabilito dalle leggi.
Alla luce di quanto succintamente relazionato, le scriventi OO.SS. chiedono il Suo autorevole intervento per la salvaguardia occupazionale e la tutela dello status giuridico di dipendenti pubblici dei lavoratori dei Consorzi di Bacino.
PorgendoLe i migliori auguri per un proficuo lavoro, porgono distinti saluti.