NAPOLI – “La crisi che ha investito il nostro paese ha creato un divario ancora maggiore tra le regioni settentrionali e quelle meridionali e il non aver puntato sulla politica industriale non ha fatto altro che arrestare la sviluppo del Sud Italia, la cui crescita è dello 0%”. Lo ha detto il segretario generale della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, Federico Libertino, aprendo i lavori del comitato direttivo della Cgil di Napoli. “Il Pil pro capite meridionale è passato – ha precisato Libertino – dal 56,1% di quello del settentrione al 57,7%, continuando così ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Sud dal Nord”.

“La Campania – ha aggiunto – è la regione più povera con un reddito pro capite che si attesta attorno ai 16.448 €, la metà della Lombardia e si sono persi circa 70.000 posti di lavoro. Siamo un paese che non investe e questo porterà solo a un continuo e progressivo declino. È necessario e urgente, dunque, che si costruisca un’iniziativa sui temi della corruzione, della criminalità e del lavoro sommerso”. “Il rigore da solo non serve – ha aggiunto – abbiamo bisogno di politiche che sollecitino la domanda e gli investimenti, di un ruolo attivo delle istituzioni nelle politiche di risanamento, abbiamo bisogno di interventi pubblici che aiutino le nostre industrie e le nostre aziende”. “La Cgil – ha proseguito – sta elaborando un nuovo piano del lavoro, perché l’unica vera emergenza è l’occupazione. Si deve alleggerire il peso fiscale per rilanciare i consumi, detassare la tredicesima ai lavoratori, perché c’è troppa ingiustizia e diseguaglianza tra chi fa il furbo e non paga le tasse e chi le paga per sé e per gli altri. Per questi motivi il 20 ottobre scenderemo tutti in piazza per la manifestazione nazionale della Cgil”. Franco Tavella, segretario generale Cgil Campania, ha sottolineato che “la situazione in cui ci troviamo è straordinariamente singolare perché la crisi non è solo di natura economica: la non credibilità delle istituzioni con tutto quello che sta accadendo nelle Regioni, la perdita potenziale di rappresentanza dei partiti politici, il rafforzarsi dei poteri criminali, ci stanno rendendo consapevoli di questo difficile scenario. Il Comune di Napoli non ha più disponibilità economica e la Regione Campania ha un debito di 15 miliardi di euro; in Campania il livello di disoccupazione è a livello di crisi della tenuta democratica e per poter agire c’è bisogno di risorse. Per costruire una politica industriale dobbiamo costruire una politica energetica e delle infrastrutture e la Cgil deve avere un progetto organizzativo e politico da presentare e confrontare con le istituzioni”. Le conclusioni sono state affidate ad Elena Lattuada, segretaria nazionale Cgil, la quale ha affermato che “il Patto di stabilità che è stato presentato sembra in assoluta continuità con gli interventi che ha fatto il governo fin ora”. “La fascia più debole e di maggiore sofferenza sociale è – secondo la Lattuada – quella che paga di più insieme alla fascia medio-bassa. Questa non solo non è una manovra ancora una volta equa, ma non è neanche come l’avevano delineata precedentemente. Su questa manovra noi della Cgil abbiamo bisogno di fare una campagna d’informazione per renderne noto a tutti il contenuto, perché non sempre viene fuori dalle televisioni e dai giornali. Sicuramente c’è bisogno di far quadrare i conti, ma questa mossa non farà che peggiorare la situazione. Noi dobbiamo stare vicino e sostenere i lavoratori dipendenti, i pensionati e tutte le categorie più deboli e più colpite. La Cgil deve restare in campo e discutere fino all’ultimo minuto per cercare di farsi sentire e per proporre la propria iniziativa. C’è una grande solitudine e una grande sofferenza individuale e il 20 ottobre vogliamo dare voce alle persone che in questo periodo riescono ad attirare l’attenzione solo compiendo gesti estremi; noi, invece, con questa manifestazione, vogliamo dimostrare che la Cgil è il luogo dove le loro condizioni avranno visibilità”.

 

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