NAPOLI – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ai napoletani redatta dai lavorati dell’Edenlandia e dello zoo che temono di esser licenziati collettivamente al termine dei lavori della curatela fallimentale, fissato per il 31.

Cari concittadini,

l’11 ottobre 2011 la VII Sezione Civile del Tribunale di Napoli riunitasi in Camera di Consiglio decretò, dopo circa 40 anni di attività, il fallimento della società Parks & Leisure che sovrintendeva all’amministrazione del Parco giochi di Edenladia e dello Zoo di Napoli.

Nonostante il fallimento ed un numero considerevole di debiti maturati nel corso degli ultimi anni, con una fila lunghissima di creditori che ‘bussavano alla porta’ del Tribunale per ottenere indietro i propri soldi attraverso la vendita della fallita società e di tutti i suoi beni, il Giudice Fallimentare decideva, non senza pressioni e forti dubbi, di concedere al Parco di Edenlandia ed al Giardino Zoologico una proroga definita tecnicamente ‘esercizio provvisorio’. In pratica, un escamotage previsto dalla legge grazie al quale il Parco dei divertimenti di Fuorigrotta e la ‘casa degli animali’ ad esso attigua potessero continuare il loro lavoro, seppur in regime di fallimento, al fine di scongiurare la fine triste e pietosa delle attività con la conseguente messa in mobilità dei lavoratori e la perdita di 71 posti di lavoro oltre all’indotto, con un impoverimento culturale e sociale per la nostra città in considerazione di ciò che hanno rappresentato e rappresentano ancora per Napoli l’Edenlandia e lo Zoo.

Ma lo scopo della decisione del Tribunale era anche un altro. Affidando infatti in esercizio provvisorio la fallita società alla Curatela fallimentare nominata dallo stesso Tribunale nell’ambito della procedura del fallimento, il Giudice ha voluto concedere un tempo al gestore individuato al fine di istruire un bando internazionale di gara per l’assegnazione ad un ipotetico nuovo gruppo imprenditoriale della fallita impresa, con l’obiettivo di rilanciarne ruolo e progettualità per evitare le peggiori conseguenze descritte.

Purtroppo, nonostante gli sforzi messi in campo per costruire un bando appetibile per nuovi ipotetici investitori, l’asta per l’assegnazione del bene è andata deserta.

Mentre tutto sembrava perduto, però, si è fatto avanti un imprenditore italo svizzero che ha mostrato formalmente interesse all’acquisizione della fallita società formulando un’offerta interessante per rilevare il Parco di Edenlandia, così com’è ed anche le attigue aree dello Zoo e del Cinodromo.

A questo punto, essendo prossimo il termine ultimo per la scadenza dell’esercizio provvisorio inizialmente fissato al 10 gennaio scorso il Giudice, assumendosi ulteriormente una considerevole parte di responsabilità, ha fissato al 31 gennaio prossimo la scadenza prorogando di fatto di una ventina di giorni ancora l’esercizio provvisorio. Questo, nella speranza che il comitato dei creditori, che ha l’ultima parola sull’accettazione dell’offerta formulata dall’imprenditore italo svizzero, si pronunci positivamente e che il consiglio di amministrazione dell’Ente Mostra D’Oltremare – principale, insieme ai lavoratori che sono creditori privilegiati, creditore nel fallimento poiché proprietario dei suoli – dia parere favorevole all’acquisto da parte della nuova ed unica impresa che al momento si è fatta avanti nella lunga e tormentata vicenda del fallimento della Parks & Leisure.

Cari concittadini, il problema adesso sta tutto la, in capo ad Ente Mostra d’Oltremare, società a partecipazione pubblica di cui il socio che detiene le quote di maggioranza è il Comune di Napoli e nel cui Cda siedono con una presenza minoritaria anche la Regione Campania, la Provincia di Napoli e la Camera di Commercio. E la ragione è da ricercare nel ‘quantum’ contenuto nell’offerta formulata dall’unico imprenditore che in tutto questo periodo ha mostrato interesse per l’intera area che, a tal proposito, propone come canone locatorio annuo la cifra di 400 mila euro per l’affitto dei suoli riguardanti il Parco di Edenlandia, il Giardino zoologico e l’area annessa dell’ex Cinodromo a fronte di una richiesta di 500 mila euro, quindi di soli 100 mila euro in più.

Nei giorni scorsi, affiancati dalle cinque organizzazioni sindacali di categoria che in questi mesi non hanno mai lasciato soli i lavoratori al fine di evitare la sciagura della perdita del lavoro e della chiusura definitiva del Parco, i dipendenti hanno incontrato tutte le istituzioni competenti che hanno propri rappresentanti in seno al Cda di Ente Mostra d’Oltremare al fine di farle uscire allo scoperto dicendo chiaramente quale sarà l’indirizzo che daranno al proprio rappresentante nel Cda della Mostra che si terrà il prossimo 25 gennaio – a soli sei giorni dalla scadenza della proroga concessa dal Giudice all’esercizio provvisorio – che è convocato proprio per dare il proprio bene stare o negarlo alla Curatela fallimentare ad accettare o meno la pervenuta proposta di acquisto.

Siamo, quindi, alle battute finali.

Il 25 gennaio un Ente pubblico potrà dire ‘SI’ alla continuazione dell’attività, affidando di fatto il mandato alla Curatela per accettare la proposta dell’imprenditore italo svizzero e permettendo così al Giudice di siglare entro il 31 gennaio la prosecuzione di una delle attività storiche della nostra città. Oppure potrà dire ‘NO’, negando in questo modo alla Curatela la possibilità di accettare la proposta che, lo ricordiamo solo a scopo informativo, è l’unica al momento pervenuta ed è quella che garantirebbe tutto, impresa, logistica e lavoratori.

Perché uno dei punti cardine dell’offerta – contrariamente ad ogni logica di impresa che subentra in un fallimento – è quello di garantire gli attuali livelli occupazionali e, ‘udite udite’, è contenuto nella proposta anche un Business plane che prevede a regime l’incremento dell’attuale forza lavoro del 20/30%.

E questo è confermato anche dalle intenzioni dell’imprenditore – che nei molteplici incontri avuti con le istituzioni cittadine ha illustrato più volte le caratteristiche del suo progetto, presentando anche le sue credenziali di imprenditore di lungo corso e svelando i nomi dei suoi partner napoletani che lo affiancherebbero nella gestione delle varie attività del futuro parco, a cominciare da quelle strettamente legate al marketing ed al food & beverage – che vorrebbe investire svariati milioni di euro per rammodernare l’intera area, rendendola competitiva rispetto alle più nuove e conosciute Gardaland e Mirabilandia – solo per citarne alcune – ed offrendo in questo modo alla cittadinanza un parco dagli standard europei nel rispetto delle normative internazionali e dalla vocazione turistica di una città europea come Napoli, capitale del Mezzogiorno.

Cari concittadini, vi chiediamo di aiutarci nella nostra battaglia!

Il 25 gennaio prossimo, fin dalle prime ore del giorno, insieme ai nostri rappresentanti sindacali saremo in presidio pacifico dinanzi l’ingresso principale della Mostra D’Oltremare per rappresentare il nostro diritto al posto di lavoro ed il diritto di Napoli e dei suoi cittadini ad avere un parco dei divertimenti ed un giardino zoologico di moderna concezione.

Edenlandia e lo Zoo di Napoli non possono finire, Napoli ha bisogno di noi!

Se anche voi la pensate così, venite a manifestare insieme a noi dalla mattina del 24 gennaio prossimo dinanzi ai cancelli della Mostra d’Oltremare per difendere un bene prezioso di Napoli, per difendere il Lavoro, per difendere un pezzo di Storia della nostra città!

 

NOI NON MOLLEREMO!

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