NAPOLI – “Con circa 6mila posti di lavoro persi solo nel 2011 e ben 19.114 dal 2008, il settore delle costruzioni in Campania, ha conosciuto, e vive, la crisi più profonda degli ultimi 80 anni. Dal 2008 ad oggi la forza lavoro regolarmente iscritta alle Casse Edili provinciali si contrae di oltre il 20% (-21,59%) e con un tasso di disoccupazione fissato al 14,3%, (44,2% il tasso di disoccupazione giovanile) si toccano veri livelli di recessione.
Un dato, questo, che riporta le lancette dell’occupazione indietro nel tempo riposizionandole all’inizio degli anni ’90”. E’ quanto precisa il secondo Report sulla crisi del settore edile presentato oggi dalla Fillea Campania e Napoli e dalla Cgil regionale. Alla conferenza stampa hanno partecipato i segretari generali della categoria, Giovanni Sannino e Ciro Nappo. Siamo di fronte, secondo la Fillea, a “numeri che spaventano e che sono il segno della crisi profonda che sta attraversando il settore delle costruzioni. Un settore che maggiormente sta pagando in termini occupazionali, sociali ed economici, la recessione economica del Paese, aggravata dal dilagare dell’illegalità, dell’irregolarità e dalla mancanza di risorse. Tra gli addetti iscritti nelle banche dati del sistema delle Casse Edili della regione Campania trovano spazio i lavoratori migranti, i quali, nonostante i modici numeri dei lavoratori regolarmente registrati in edilizia, 4.453 per il 2010 e 3.612 nel 2011, subiscono anche loro l’effetto della crisi”. Gli stranieri regolari che risiedono in Campania sono poco più di 164 mila, il 3,6% del totale nazionale. Un dato di gran lunga inferiore alle medie di incidenza sul totale della popolazione delle regioni del Nord, attestate al 10 %, e del Centro, al 9%, che la pone però in testa (settima in Italia) nella graduatoria delle regioni del Mezzogiorno. In particolare, la provincia di Napoli accoglie il 46% del totale regionale con un incremento di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. A seguire Caserta con il 21% del totale regionale e, contrariamente ai normali flussi, Benevento con il 14%. Chiudono Avellino con il 10% e Salerno con il 7%”. “Sul versante delle imprese – prosegue il Report – le cose non cambiano, anzi. Dalle 16.835 aziende registrate dal sistema Cassa Edile della Regione Campania, anno 2009, si passa alle 15.587 del 2011. E’ questo un dato in forte contrasto con il sistema regionale della C.C.I.A.A., infatti da tale banca dati si rilevano, per l’anno 2009 e per il settore edile, 59.879 aziende attive su 16.835 registrate dal sistema Cassa edile. Emerge un dato di forte scostamento tra i due sistemi, CCIAA e Casse Edili, solo il 28,12% delle aziende attive in CCIAA è intercettato e registrato dal sistema delle Casse Edili, mentre il mercato, nero o grigio che sia, assorbe il restante 71,88% pari a 43.044 aziende. Determinando in tal modo una situazione di concorrenza sleale tra le stesse imprese”. “Per uscire dallo stato di crisi un cui versa il settore – secondo la Fillea e la Cgil – è indispensabile, innanzitutto, lo sblocco delle risorse pubbliche e una regolamentazione del settore. Dopo quindici anni di ininterrotta crescita, fino al 2007, dal 2008 il settore segna il passo. Tutto ciò in un quadro di atteggiamento colpevole da parte delle imprese, ma anche delle Istituzioni, che non hanno utilizzato quella fase di crescita per fare di questo segmento produttivo un settore più moderno, più strutturato, più solido, maggiormente vocato all’innovazione, alla qualità, che puntasse a favorire aggregazioni di impresa. Cosicché la crisi si è abbattuta violentemente su un sistema produttivo incentrato su imprese troppo piccole ed in un mercato troppo deregolato con un mondo del lavoro fortemente segnato dall’irregolarità”.