NAPOLI – Un gruppo di imprenditori della zona orientale di Napoli, stanco del degrado dell’area est della città, ha deciso di unirsi per tutelare i propri interessi e quelli di tutta la cittadinanza, chiedendo interventi mirati e concreti per il rilancio del cuore industriale partenopeo.
Per presentare la nascita di questa costola locale della Pmi International, il presidente Giovanni Malinconico e i primi associati hanno organizzato una conferenza stampa dal titolo: “Da Comunità Europea e Unione Europea: quali opportunità per le PMI campane?” Venerdì alle 10:30 nella sala multimediale del consiglio comunale di via Verdi, al dibattito sulle possibilità offerte dall’Europa interverranno gli europarlamentari Andrea Cozzolino, Giuseppe Gargani, Enzo Rivellini. Il dibattito sarà aperto dal saluto del presidente del consiglio comunale Raimondo Pasquino, moderato da Alfonso Ruffo e chiuso dal rettore dell’Università Federico II Massimo Marrelli. “La nostra associazione – spiega il presidente di Pmi Napoli Orientale Giovanni Malinconico – nasce per unire le aziende di un territorio a forte vocazione produttiva. Vogliamo dialogare con le istituzioni e gli enti preposti per creare le condizioni che ci permettano di esprimere tutto il nostro potenziale. Siamo pronti a investire nonostante la crisi, ma abbiamo bisogno di una programmazione e di sfruttare tutte le occasioni che ci vengono dall’Europa”. La Pmi Napoli Orientale ha già in calendario altri incontri incentrati su infrastrutture, fisco, pagamenti della PA, sicurezza, sviluppo, finanziamenti, risorsa mare e semplificazioni. Nonostante sia appena nata l’associazione conta già decine di iscritti e simpatizzanti. Le piccole e medie imprese della zona est hanno rappresentato per anni il motore dell’economia industriale della città, lavorando in sinergia con i grandi gruppi presenti sul territorio. La chiusura degli stabilimenti di diverse realtà importanti (Cirio, Snai Viscosa, Centrale del latte etc) da un lato e la mancanza di programmazione per la zona dall’altro, ha reso sempre più difficile la vita degli imprenditori, privando la città di una vitale spinta propulsiva allo sviluppo.