La Corte di Cassazione rigetta un altro ricorso della Fiat Chrysler, che aveva impugnato il reintegro di cinque lavoratori licenziati a febbraio del 2006 in seguito a un’assemblea sindacale contestata dai militanti e dagli iscritti dello Slai Cobas. La nuova sentenza segue di qualche giorno quella emessa, in merito agli stessi licenziamenti, dalla stessa Corte suprema, che aveva rigettato un altro ricorso di Fiat sancendo l’azione antisindacale dell’azienda. Lo rendono noto dallo Slai Cobas, sottolineando che la nuova sentenza riguarda solo i cinque licenziati della Fiat e non anche i tre della terziarizzata Tnt, ora Ceva, che non si è opposta alla sentenza d’appello. Nella sentenza si legge che sono escluse illiceità ”in mere manifestazioni, anche esacerbate, di dissenso che però non trasmodino in atti di violenza”, ed ha ”escluso la prova di condotte violente o intimidatorie, da non confondersi con manifestazioni anche aspre di dissenso, di per se legittime”, rigettando, quindi il ricorso. Dei cinque lavoratori due sono stati nuovamente licenziati (insieme ad altri tre) dall’azienda lo scorso giugno, in seguito ad un’altra manifestazione di protesta avvenuta ai cancelli del reparto logistico di Nola, e ritenuta offensiva dall’azienda. La prima udienza, per loro, si terrà a fine maggio.