NAPOLI – Ancora una “svista” per la Ministra Fornero e ancora assenza di risposte e di provvedimenti per una folta platea di precari, over 40, dimenticati dalla riforma del mercato del lavoro. Nessun provvedimento all’interno della riforma è dedicato infatti alla regolamentazione e all’agevolazione della loro re/immissione nel mondo del lavoro. Una categoria dimenticata, spesso assente dalle statistiche e da qualsiasi tipo di analisi.
Una platea di invisibili, lasciati allo sbando o sulle spalle di genitori anziani. Un fenomeno denunciato da Nidil Napoli e Campania che nella “regione felix” registra un loro preoccupante aumento, spesso non quantificabile se non attraverso l’esperienza diretta. “Se stessimo ai dati Istat dovremmo addirittura riconoscere nella nostra regione un miglioramento del tasso di occupazione tra gli over 35 o comunque aumenti della disoccupazione lievi” afferma Angelo Savio, coordinatore Nidil Napoli e Campania. “La verità è che molti degli over 35 e 40 che perdono il lavoro o che non vedono il loro ennesimo contratto da precario rinnovato, si rifiutano di iscriversi ai centri per l’impiego, per mancanza di fiducia, di prospettive, perchè rifiutano di qualificarsi come disoccupati e restano nella perenne attesa che una piccola consulenza e/o collaborazione occasionale diventi continuativa. Si tratta di gente qualificata, specializzata, che vedeva nella flessibilità del proprio lavoro un’opportunità che però gli si è ritorta contro. Ora sono troppo giovani per la pensione, senza parlare di un altro scandalo, quello dell’inezia dei contributi accantonati, e troppo vecchi per le aziende o per i programmi di immissione al lavoro agevolati” continua Savio. “Sono una generazione sacrificata sull’altare della flessibilità, divenuta scarto per molte aziende che trovano più conveniente spremere un nuovo giovane laureato piuttosto che ricorrere alla loro esperienza. Un valore che in questa economia volatile non sembra avere più senso”. “Ci troviamo di fronte a vittime di una vera e propria discriminazione” afferma Savio, che aggiunge “stando ad una ricerca elaborata dalla Bocconi oltre il 70% degli annunci di lavoro prevede il limite di età, ma ancora una volta è l’esperienza empirica a darci conferma del dato e a dirci che il mercato del lavoro, già di per sé piuttosto inaccessibile, è in qualche modo, irraggiungibile per gli over 30”. “Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio dramma sociale: spesso ai nostri sportelli diamo oltre che aiuto e consulenza sulle opportunità lavorative anche un vero e proprio supporto psicologico a professionisti angosciati, che caldeggiano l’idea più estrema”. “Si sentono soli, senza via di uscita”. Un dato su tutti: secondo una recente ricerca Eures, in Italia nel 2009 si sono tolti la vita 357 disoccupati. Uno al giorno. Nel 25 per cento dei casi si trattava di uomini adulti espulsi dal mondo del lavoro. E non ancora riusciti a rientrare. Una strage di cui nessuno sembra preoccuparsene”. Eppure basterebbe punire la pratica illegale della limitazione per età delle candidature, diffusa purtroppo anche nell’amministrazione pubblica. Una pratica espressamente vietata da una normativa europea recepita dal nostro paese e prevedere programmi – a partire dalle istituzioni locali e dai territori per l’inserimento al lavoro dedicato a questa generazione dimenticata”. “Chiediamo – conclude – la convocazione di un tavolo regionale e l’istituzione di un osservatorio sul fenomeno”.