“Le immagini che ci arrivano da Pompei di turisti ammassati per ore per entrare a visitare gli scavi non sono belle. Sono scene che non vorremmo mai vedere. Fermo restando il sacrosanto diritto di riunirsi in assemblea da parte dei lavoratori, c’è da chiedersi perchè ogni volta siti archeologici che tutto il mondo ci invidia debbano essere gestiti trascurando i diritti dei turisti”, è quanto afferma Giuseppe Sarnella Presidente di Confimprese TurismoItalia alla luce di quanto sta accadendo a Pompei. “Serve un rapido e incisivo cambio di marcia. Se il sito archeologico di Pompei – propone Sarnella – fosse gestito da privati, seguendo ad esempio il modello americano dove il marketing turistico è alla base di ogni loro iniziativa, sono certo che non chiuderebbero per una assemblea sindacale e non avremmo assistito a quelle scene tristi di turisti in fila di fronte ai cancelli chiusi che stanno facendo il giro del mondo” spiega Sarnella. “I privati che operano nel settore turistico, siano essi piccoli imprenditori o capaci di far crescere grandi marchi, in questi anni hanno dato, e continuano a dare, il massimo. Fanno la loro parte in modo egregio. Ogni operatore del settore sa che è fondamentale migliorare i propri standard e offrire un servizio sempre migliore per rimanere competitivi. E’ necessario, se vogliamo scalare la vetta della classifica mondiale, che anche il Governo, di intesa con le parti sociali e gli enti locali, faccia la loro di parte iniziando delle serie e incisive politiche sul turismo. L’idea di una gestione privata di siti unici come Pompei o Il Colosseo, troppo spesso al centro di polemiche, deve essere seriamente presa in considerazione”, conclude la nota del Presidente di Confimprese Turismo Italia.

 

 

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