POMIGLIANO D’ARCO – La Fiat è stata costretta a pagare altri 209mila euro circa ad un lavoratore dello stabilimento di Pomigliano, iscritto allo Slai Cobas, su disposizione di un giudice che ha dato esecuzione ad un pignoramento su conto corrente del Lingotto, per risarcire l’operaio licenziato nel 2004 e reintegrato nel 2010.

Lo rende noto Mara Malavenda, dell’esecutivo nazionale del sindacato di base, la quale ricorda che il lavoratore, Pasquale Russo, non è mai rientrato in fabbrica sebbene reintegrato, “in quanto la Fiat si rifiutava di adempiere all’ordine del giudice ed al risarcimento economico del danno salariale subito per mancata retribuzione – spiega la sindacalista – ma su istanza dell’avvocato Giuseppe Marziale, il giudice del Tribunale di Napoli ha disposto il pignoramento della cifra e quindi l’assegnazione della somma all’operaio”. Russo ha in corso anche un altro provvedimento per recuperare i crediti relativi al 2011 ed al 2012, che non gli sarebbero stati retribuiti, ed il lavoratore è il terzo operaio iscritto allo Slai Cobas che, nel giro di due mesi, ha ottenuto l’assegnazione di una somma pignorata su conti correnti di Fiat: a maggio scorso, un altro lavoratore, Rosario Monda, ottenne 52mila euro, cui seguì l’assegno di pari importo, a fine giugno, per Franco Manna, entrambi licenziati nel 2006 e reintegrati nel 2011. Russo è anche tra i quattro cassaintegrati che avevano fatto ricorso, al Tribunale di Torino, contro Fiat per essere assunti nella newco Fabbrica Italia Pomigliano, causa vinta nelle scorse settimane dal Lingotto. “Ora attendiamo le motivazioni della sentenza – ha concluso Malavenda – in quanto potrebbe riservarci delle sorprese che potrebbero anche non essere negative come si pensa. Per ora siamo soddisfatti per quest’ennesimo pronunciamento giudiziario a tutela dei lavoratori ingiustamente licenziati della Fiat di Marchionne a Pomigliano, ma anche contro la pretesa di quest’ultimo di non ottemperare alle disposizioni delle Autorità Giudiziarie”.

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