NAPOLI/SALERNO – Ammortizzatori sociali, oggi circa 2mila lavoratori salernitani in presidio sotto la Prefettura di Napoli hanno chiesto un tavolo tecnico al Ministero per il caso specifico. La vertenza riguarda i lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali in deroga, soprattutto la mobilità. A manifestare con loro c’era anche Antonio Abagnara, segretario generale della Fistel Cisl Salerno: “Questi lavoratori in tutta la Campania sono circa 23mila, di cui circa 5mila nella provincia di Salerno. Sono lavoratori in mobilità da aziende chiuse e dopo la mobilità ordinaria, grazie a dei progetti per lavori socialmente utili, oppure per riqualificazione di aree industriali, hanno avuto una delega e hanno continuato a prendere questa mobilità”, ha spiegato. “Ci sono varie vertenze in merito nella provincia di Salerno come quella dell’Alvi, Spineta, Despar e tante altre. Ad agosto è arrivato questo decreto del Ministro Poletti, che in base alla riforma Fornero, ha posto dei limiti alla concezione di questi ammortizzatori in deroga. Bloccando tutte le proroghe di questi lavoratori che adesso, dal 31 agosto, non prendono nessun sussidio. Abbiamo così attivato un presidio sotto la Prefettura di Napoli, dopo vari incontri in Regione Campania con l’assessore Nappi, per trovare una soluzione per il caso Campania che è un caso particolare. Parliamo di persone che hanno superato i cinquanta anni e completamente espulsi dal tessuto produttivo. Chiediamo una delega a questo decreto, anche perché la Regione Campania ha a disposizione dei fondi europei da poter mettere per sostenere questi ammortizzatori in deroga, fin quando non si trova una soluzione per queste persone”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Matteo Buono, segretario generale della Cisl provinciale: “Con il presidio di questa mattina abbiamo manifestato contro questo decreto e per chiedere un tavolo al ministero del Lavoro con il ministro Poletti per il caso Campania. Parliamo di lavoratori di aziende salernitane di tutti i settore, dal commercio al settore chimico e metalmeccanico, tutte aziende che hanno chiuso negli ultimi cinque anni alla provincia”.