
di Mario De Michele
Sotto l’albero di Natale i cittadini di Aversa si sono ritrovati tra strenne e regali per grandi e piccini anche la nuova giunta. A comunicarla ieri al civico consesso è stato Franco Matacena, ovviamente sprovvisto di barba canuta ma animato dal suo incrollabile e ormai proverbiale ottimismo sul futuro dell’amministrazione comunale e della città normanna. All’atto della nomina di Ugo Rufino, Elvira Caccavale e Giulia Lauriello, subentrati nell’esecutivo a Olga Diana, Eufrasia Cannolicchio e Giovanni Tirozzi, il sindaco annunciato “l’avvio di una nuova fase amministrativa, fondata su responsabilità, determinazione e visione”.

Al netto delle tre facce nuove il dato politico-amministrativo è il benservito a Forza Azzurra. Il gruppo capitanato da Gianpaolo Dello Vicario se l’è cercata. Da un lato non si è mai ben compreso cosa volesse e dove fosse diretto il coordinatore del poker di consiglieri composto da Adele Ferrara, Ivan Giglio, Luigi Dello Vicario e Ciccio Di Virgilio. Dall’altro gli stessi componenti del quartetto hanno suonato in modo asincrono leggendo spartiti molto diversi tra loro. E al termine di una musica talmente sperimentale e imprevedibile da fare invidia a Stockhausen il risultato politico è stato sanguinario: le teste di Tirozzi e Diana sono rotolate sul patibolo e Forza Azzurra è stata accompagnata alla porta.
Unendo i puntini ha preso forma un disegno con una maggioranza supportata da 13 consiglieri, che potrebbe salire a 14 con l’eventuale appoggio di Di Virgilio in rotta di collisione con Dello Vicario junior e company. Numeri risicatissimi. Che, oltre a non consentire a nessuno di prendersi un raffreddore o avere impegni personali improcrastinabili, fanno lievitare alle stelle le quotazioni di ogni singolo consigliere, ne accrescono a dismisura il potere contrattuale. A parole tutti sono mossi da buoni sentimenti, ma gli esseri umani sono per indole tendenzialmente egoisti e a volte insaziabili. Alfonso Oliva docet. L’appello di Matacena “a fare squadra” è nobile e a chiacchiere è stato recepito in blocco. Ma restare sul filo del rasoio troppo a lungo e ad altezze da brividi, quando ad esempio si affronteranno questioni come il Puc o il bilancio di previsione, può essere molto rischioso e implicare rovinose cadute.

Per allestire una resiliente e ampia rete di salvataggio Giovanni Innocenti e Raffaele De Gaetano, due tipetti scafati e oculati, hanno compreso al volo che mai come in questa fase è necessario, anzi indispensabile, che Matacena e la maggioranza chiamino a raccolta le forze “responsabili” dell’intera assemblea consiliare per portare l’acqua della governabilità al mulino dell’amministrazione comunale. Il presidente dell’assise e leader di Aversa Moderata e il coordinatore della lista Il Centro, pur ribadendo il sostegno al primo cittadino e all’esecutivo, chiedono senza perifrasi “il coinvolgimento delle forze politiche che hanno sottoscritto il patto di governo e l’allargamento della coalizione alle forze civiche e politiche che con senso di responsabilità, vorranno dare un contributo per il rilancio dell’azione amministrativa”.

Innocenti e De Gaetano indicano a Matacena la stella polare da seguire hic et nunc. “L’apertura deve avvenire all’interno di un perimetro che sappia tenere dentro civismo e partiti politici. Bisogna consolidare la maggioranza di governo su una piattaforma programmatica chiara e capace di poter garantire governabilità fino al termine della consiliatura”. I coordinatori di Aversa Moderata e de Il Centro non nutrono dubbi. “Le condizioni ci sono tutte. È una opportunità che va colta anche in ragione del mutato quadro politico provinciale. Sappiamo che il sindaco non intende navigare a vista e nemmeno noi. I prossimi 2-3 mesi dovranno essere utilizzati per il rafforzamento della maggioranza, in tal caso, come sempre ci dimostreremo i primi responsabili sostenitori del sindaco”.
Non è un dettaglio e non è nemmeno casuale il ricorso al complemento di stato in luogo figurato “in tal caso”. Per Innocenti e De Gaetano l’ampliamento dell’attuale maggioranza e la governabilità non sono optional. Sono pilastri sui quali Matacena deve edificare una casa più solida per il futuro della giunta, dell’amministrazione e della città. Non si tratta di orpelli o abbellimenti. Sono elementi essenziali per andare avanti nella direzione giusta. Il poetico “vivacchio”, declamato in mille combinazioni timbriche dalla “macchina attoriale” deleuziana Carmelo Bene in uno dei suoi Amleto, non può essere il filo conduttore dei prossimi mesi. Bisogna stare alla larga anche dal motto andreottiano: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia”.

Da qui la richiesta esplicita e urgente alla fascia tricolore. “Siamo consapevoli – osservano Innocenti e De Gaetano – delle importanti sfide che Aversa dovrà affrontare nell’immediato futuro e dei provvedimenti cruciali che attendono di essere adottati. Proprio per questo, riteniamo che la governabilità e la stabilità siano requisiti indispensabili per non paralizzare l’azione amministrativa. Quindi invitiamo il sindaco Matacena ad avviare, dopo la pausa natalizia, una fase di consultazione ampia e trasparente con tutte le forze politiche della città, dalle realtà storiche alle nuove formazioni civiche. L’obiettivo – precisano Innocenti e De Gaetano – non è una semplice conta numerica, ma la condivisione di una agenda programmatica chiara che tenga tutto dentro e che sia garantita da una necessaria caratterizzazione della giunta a valle delle consultazioni e della definizione di un chiaro patto programmatico di consiliatura”.

Per i coordinatori di Aversa Moderata e de Il Centro “solo attraverso il confronto sui temi concreti sarà possibile costruire quella solidità necessaria per governare per per l’intera consiliatura senza affanni, con lungimiranza e prospettiva, mettendo al sicuro i risultati che i cittadini si aspettano da noi”. I parvenu della politica o, peggio ancora, quelli adusi a complicare le cose semplici leggeranno l’agenda del 2026 di Innocenti e De Gaetano all’incontrario. Capovolgeranno la realtà arzigogolando su strategie bizantine. I più sprovveduti grideranno “all’ultimatum al sindaco”. Non mancherà, ne siamo certi, chi sbandiererà ai quattro venti che si tratta di una “vera e propria sfiducia al primo cittadino”. Gli impiegati fantozziani dell’Ufficio Complicazione Pratiche Semplici avranno un bel da fare.
Numeri alla mano Innocenti e De Gaetano hanno detto un’ovvietà: quanto può durare e soprattutto cosa potrà realmente attuare una maggioranza a rischio crollo ad ogni stormir di fronde? Historia magistra vitae. I precedenti in salsa normanna dovrebbero insegnare qualcosa. Questo è il vero problema: dovrebbero, condizionale presente.












