di Mario De Michele

Che Alfonso Oliva non fosse all’altezza del suo compito lo si è capito fin dalle battute iniziali. La prima avvisaglia l’ingresso a gamba tesa su un dirigente comunale per sovvenzionare una struttura privata di proprietà di un parente di Massimo Virgilio, unico sostenitore in assise del vicesindaco. Determina miseramente annullata in autotutela dopo la denuncia di Italia Notizie. Il secondo strafalcione la missiva ai colleghi avvocati dei creditori nei confronti dell’ente per comunicare l’approvazione della delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio, con contestuale invito a “procedere ai necessari e conseguenziali successivi adempimenti per la liquidazione di quanto dovuto”. Poi il flop memorabile del Natale ad Aversa, scarno di eventi grandi e piccoli e culminato con la diffida della Soprintendenza dei Beni culturali e artistici di Caserta e Benevento a rimuovere le luminarie dall’Arco dell’Annunziata. Idem per le iniziative per “allietare l’estate degli aversani rimasti in città in estate”, condite da manifestazioni annunciate e mai svolte, come la serata per le selezioni regionali di Miss Italia, e da appuntamenti post datati, nessuno dei quali ha “allietato” i cittadini.

Infine, per ora, il capolavoro all’incontrario di Oliva nel suo primo “annus horribilis”, stavolta nelle vesti di assessore alla Pubblica istruzione: il mancato avvio del servizio per la mensa scolastica, con l’inevitabile corollario di disagi per migliaia di alunni e famiglie. In questo caso l’esponente della giunta marcata Franco Matacena si è distinto per sciatteria e incompetenza, oltre che per la totale assenza di visione politico-amministrativa. Il 24 luglio 2024 è stato nominato vicesindaco, in base a uno scellerato patto preelettorale finalizzato a vincere ad ogni costo le comunali, e assessore alla PI, oltre che al Contenzioso, ai Grandi eventi e alla Gestione degli spazi culturali, inclusa la biblioteca. È rimasto in carica come delegato alla Pubblica istruzione, ribattezzata a buon diritto dai cittadini Pubblica distruzione, fino allo scorso 4 settembre.

Pur avendo un anno a disposizione, Oliva non si è mai preoccupato di affrontare e risolvere il problema della mancata stipula del contratto per il servizio mensa. Come sempre ha tentato in ogni modo di scaricare le colpa sugli altri, in questo frangente su Giovanni Innocenti, assessore alla PI all’epoca della gara d’appalto. Se non fosse che l’art. 97 della Costituzione e la legge 241/1990, miscelate nel Testo unico per gli enti locali, stabiliscono la “coerenza amministrativa” sulla scorta dei principi di “buon andamento”, “imparzialità” ed “efficacia e continuità”. L’insieme di queste norme serve ad assicurare che l’attività amministrativa non sia interrotta arbitrariamente o in modo inefficace, garantendo così un servizio pubblico costante e affidabile per i cittadini. Tra i servizi pubblici con andamento costante e affidabile spicca quello della mensa scolastica. Ergo, Oliva aveva il dovere di occuparsi e risolvere il problema legato alla mancata stipula del contratto. Non l’ha fatto. Ed il caso mensa è scoppiato fuori tempo massimo provocando l’interruzione del servizio.

Alfonso Oliva

Ma poiché al peggio non c’è mai fine Oliva ha completato il suo disastro politico-amministrativo con una ciliegina sulla torta che potrebbe implicare gravissimi risvolti anche in altri ambiti. Nella sua lettera di dimissioni Emanuela De Chiara ha richiamato una nota inviata a Matacena. L’ormai ex segretario generale ha scritto al sindaco (scripta manent) che Oliva ha usato nei suoi confronti toni aggressivi e irrispettosi e ha denunciato atteggiamenti minacciosi e volti ad esercitare pressioni sul suo operato. Secondo De Chiara il vicesindaco Oliva, e forse non soltanto lui, ha invaso il campo della separazione tra l’azione di governo, che spetta agli amministratori, e l’attività gestionale, di esclusiva competenza dei dirigenti comunali, in primis del segretario generale, massimo dirigente dell’ente. Al netto dell’eventuale cafonaggine personale nei confronti della dottoressa De Chiara, il vicesindaco Oliva avrebbe inanellato, stando alla nota del segretario generale, una serie di gravi reati amministrativi e penali.

Franco Matacena

Matacena sicuramente è intervenuto a difesa della legalità e di De Chiara, che lui ha nominato quasi un anno fa tessendone le lodi in cielo, in terra e in ogni luogo? Manco per idea. Come sostiene lei stessa, il segretario generale non è stato tutelato dal sindaco. Se qualcuno pensa o spera che il caso De Chiara si è chiuso con le sue dimissioni, dovute a condizioni ambientali, è affetto da una forma malsana di ottimismo. Se c’è chi auspica, nascondendo la polvere sotto al tappeto, che il tempo sana ogni ferita si sbaglia di grosso. Nel frattempo, come direbbe Khalil Gibran, registriamo il silenzio eloquente del sindaco Matacena.

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