di Mario De Michele
Nel calcio, come del resto nella vita, dagli alberi dell’impegno e della lungimiranza cadono sempre frutti preziosi. Per raccogliere bisogna seminare. Per primeggiare servono abnegazione e programmazione. Non sono luoghi comuni. Alla lunga il tempo è sempre galantuomo. Ed oggi eccoci qui, da normanni, tifosi della Real, a rendere omaggio all’Afragolese per la strameritata vittoria del girone A del campionato di Eccellenza con due giornate d’anticipo dalla fine della stagione. Elogiare gli uomini di mister Andrea Ciaramella per l’approdo in Serie D non implica alcuno sforzo. È un atto dovuto. Hanno vinto i migliori. Onore al merito. Chapeau. Il ruolino di marcia dei rossoblù è stratosferico: 23 vittorie, 9 pareggi, nessuna sconfitta, miglior attacco con 73 reti fatte e miglior difesa con appena 10 gol subiti in 32 gare. Numeri da marziani. Roba da supereroi Marvel. Un cammino reso ancora più prestigioso dalla presenza nel girone di squadre blasonate e attrezzate per il primo posto come la Real Normanna, il Nola, il Real Forio, il Gladiator e l’Ercolanese. Ma tenere il passo dell’Afragolese è stato impossibile. Troppo forte. A impensierire i rossoblù ci ha provato prima il Nola, poi il Forio e nel girone di ritorno la Normanna. Niente da fare. Gli undici di Ciaramella sono sempre rimasti in vetta alla classifica, dall’inizio alla fine. Mai una battuta d’arresto. Dei robot. Una macchina perfetta, in campo e fuori, con una società seria e competente. Da primato, appunto. E con un pubblico tornato a far “tremare” il Moccia con un tifo incessante e sempre corretto.
Non ce ne vogliano il mister, i calciatori, i tifosi e i dirigenti, in particolare l’amico Gianluca Moxedano (di nuovo pardon per un equivoco poi chiarito), ma il ritorno in Serie D dell’Afragolese è soprattutto targato Raffaele Mosca. C’è poco da discutere. Il patron rossoblù ha sorpreso tutti, con buona pace di scettici e invidiosi. Quando l’anno scorso ha preso in mano le redini societarie non sono mancati i rematori contro di professione, gli ostili a prescindere, gli spargitori d’odio di indole. Niente di nuovo sotto il sole, direbbero i Latini. Il calcio è uno degli specchi della vita. Chi è marcio dentro come uomo, non diventa un’anima bella nello sport. Si scrive genetica, si legge cattiveria. Ma i perfidi hanno il respiro corto, un orizzonte breve. Raffaele Mosca invece vola alto nella vita, nella professione e nel calcio. Se la navicella spaziale Afragolese ha vinto il campionato con risultati da extraterrestre è sicuramente merito suo. Un giovanissimo presidente sempre proiettato nel futuro ma con i piedi ben piantati a terra perché, come detto in premessa, la dedizione e la programmazione sono peculiarità essenziali per tagliare traguardi prestigiosi. E quindi non ci stupisce il suo commento a caldo a margine della partita con il Pomigliano che ha decretato la vittoria matematica del campionato. “A cosa stai pensando in questo momento?”. Risposta immediata: “Alla prossima stagione in Serie D”.
È fatto così Raffaele Mosca. Per lui conta quello che farà domani, non quello che ha fatto oggi o ieri. Ma noi che gli vogliamo bene, che ci vantiamo di essere suoi amici fraterni, ci permettiamo di dirgli che stavolta sbaglia. Ha compiuto un’impresa sportiva memorabile. Deve godersela, deve festeggiare alla grande con il suo team e con la sua famiglia. Lassù, in cielo, c’è qualcuno che lo sta guardano con orgoglio. C’è il suo papà che sta brindando, felice e fiero per il figlio. Complimenti presidente Mosca. Un abbraccio Raffaele.