Fratelli d’Italia, il partito della Premier Giorgia Meloni, consolida la sua crescita e si attesta al 28,4%, un aumento di oltre due punti rispetto alle elezioni. I dati sono quelli del sondaggio svolti da EMG per Agorà e fotografano l’evoluzione delle intenzioni di voto degli italiani. Se i numeri confermano il primato incontrastato di FdI, la novità più importante è il cambio al secondo posto. Il rilevamento diffuso oggi, 14 novembre, pone il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte alle spalle della premier con il 17,7%, in crescita di oltre due punti dal voto. I grillini si posizionano così un punto pieno sopra al Partito Democratico fermo al 16,7%. Il dato sottolinea uno spostamento deciso dell’elettorato di centrosinistra verso i pentastellati che hanno una visione più chiara su alcuni temi di bandiera come la difesa del reddito di cittadinanza. Grossomodo stabile la situazione negli altri partiti, con la Lega che recupera qualche virgola rispetto alle settimane precedenti e si riattesta sull’8,9 delle elezioni, così come rimane sul 7,7 il Terzo Polo. Lieve calo per Forza Italia, il partito che ha più sofferto la formazione del governo tra polemiche e veti incrociati. La formazione del Cav è data al 6,9%, percentuale comunque più alta di alcuni sondaggi delle scorse settimane. Se FdI continua a salire, la fiducia nella presidente del Consiglio subisce un lieve calo: 48 punti contro i 51 della settimana scorsa. Secondo Fabrizio Masia, Amministratore Delegato di EMG, da un lato questo è il primo segno della fine dell’idillio post elettorale tra paese e vincitore, dall’altro si spiega con il rafforzamento di Meloni su posizioni più spiccatamente di destra. Il dato rimane comunque molto alto se si considera che l’intera coalizione di centrodestra aveva ottenuto il 44% su un 64% di votanti. Le posizioni chiare su temi cari alla base leghista, come sicurezza e immigrazione, aiutano anche la crescita dell’alleato Matteo Salvini, che passa dal 26 al 29% in una settimana. Ma il governatore del Veneto, Luca Zaia, lo supera di 13 punti con una fiducia stabile al 42% che potrebbe rappresentare una potenziale insidia alla leadership del Capitano. Silvio Berlusconi recupera punti e pareggia il 29% dell’alleato leghista. A sinistra, lieve calo del gradimento per Giuseppe Conte che scende dal 40 al 38%, rimanendo però nettamente avanti ai rivali del mai nato “campo largo”: il segretario dem uscente Enrico Letta recupera 2 punti, ma non va oltre il 22% e anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in corsa per la successione alla segreteria, incassa il 33%. La nota dolente è che il “primo partito” rimane quello degli astenuti/indecisi, che si attesta a un preoccupante 40%.
Mario De Michele