Per quelli di centrodestra è considerato un liberale troppo democratico. Per la sinistra è troppo liberaldemocratico. Al netto dei punti di vista politici Carlo Cottarelli è tra gli economisti italiani più stimati al mondo. Ha un dono: parla chiaro e dice sempre cosa pensa senza seguire la corrente del pensiero dominante. Un’altra dote è la serietà. Il senatore del Pd non ama orpelli. Meno che mai navigare nel mare magnum del politichese. È sempre un piacere ascoltare la sua opinione anche per chi non la condivide. Non è mai banale. Mai scontato. Non dà la sensazione del déjà-vu, del già detto, dell’omologazione. Ai microfoni di Italia Notizie si conferma un tecnico di sostanza. Di quelli che potrebbero dare un contributo all’Italia a prescindere dalla collocazione politica. Alle ultime elezioni ha scelto il centrosinistra. E ora è una risorsa per l’intera opposizione (Calenda dovrebbe capire che tra lui e Cottarelli non c’è partita). “Per certi versi la manovra del centrodestra – afferma l’apprezzato economista – è figlia dell’Ue e del precedente governo Draghi. Sul cuneo fiscale si sarebbe potuto fare di più, e se è giusto superare il reddito di cittadinanza bisognava indicare misure alternative come il reddito d’inclusione che poteva essere rafforzato”. Anche stavolta Cottarelli non teme di remare controcorrente. Sui tempi strettissimi per il varo della legge di bilancio dice: “Non sarebbe successo nulla di catastrofico con un esercizio provvisorio di 10-15 giorni. Meglio avere più tempo per fare le cose per bene, con una discussione più ampia, che fare corse forsennate con il serio rischio di adottare misure totalmente sbagliate”. Carlo Cottarelli è così: va dritto al cuore dei problemi. C’è a chi piace. E a chi no. Fatti loro.
Mario De Michele
LA VIDEO INTERVISTA A CARLO COTTARELLI