Vincenzo Filomena, portavoce provinciale della Democrazia Cristiana di Avellino, interviene sulla vertenza Irisbus e si scaglia contro Governo e Fiat. “Nei giorni scorsi non si sono, purtroppo, registrate le auspicate disponibilità e proposte per assicurare il mantenimento della produzione
e quindi la piena occupazione dello stabilimento Irisbus. Le incomprensibili assenze di autorevoli ed interessati membri del Governo, con delega a contrattare e decidere, come il ministro Romani, Matteoli e Prestigiacomo, sono un segnale di profonda preoccupazione perchè danno la misura di quanto blando e poco convinto sia stato il tentativo di mediazione istituzionale. D’altra parte, – aggiunge Vincenzo Filomena – Fiat Industrial non ha mostrato alcuna volontà di recedere dalla decisione di dismettere lo stabilimento di Flumeri. Per garantire un futuro ai lavoratori dell’Irisbus e ai tanti addetti dell’indotto che si trovano ad operare in un area di grandi bisogni e difficoltà, serve una diretta e manifesta volontà di intervento da parte del governo nazionale, il quale ha il dovere di adottare azioni concrete, che ben si raccordino col quelle del governo regionale, della Fiat Industrial e delle parti sociali, per elaborare e finanziare un piano nazionale per lo sviluppo del settore della mobilità pubblica. La tutela del reddito dei lavoratori va sostenuta e perseguita garantendo il mantenimento del posto di lavoro, adottando scelte politiche ed imprenditoriali in grado di prospettare il rilancio competitivo delle attività produttive e la piena occupazione. Nel merito, registriamo la propositiva disponibilità del Presidente Caldoro, il quale ha assicurato che la Regione Campania è pronta ad attingere ai fondi FAS e fare la sua parte per dare una soluzione positiva alla vertenza Irisbus. Il governo della Regione è ben consapevole che in Campania, in questo momento, nei soli settori dell’industria e dei servizi, sono in discussione circa 36.000 posti di lavoro. Una drammatica crisi – conclude il leader della Dc – che investe lo stato sociale e l’intero sistema economico regionale, con particolare virulenza, proprio la Provincia di Avellino, dove, secondo le stime della CISL, rischiano il posto di lavoro addirittura 14.426 addetti, un numero pari al 40% di quelli che interessano l’intera Regione”.