AVELLINO – La Federazione del Prc di Avellino è compatta e coesa ma soprattutto pronta ad affrontare le sfide della prossima stagione politica che vedranno il partito impegnato nella costruzione di una sinistra d’alternativa fuori dall’alleanza tra Pd e Sel. Un’azione che si interseca con una serie di vertenze fondamentali per lo sviluppo del territorio come l’Isochimica e l’Iribus.
Di seguito pubblichiamo il documento approvato all’unanimità da comitato politico federale:
I provvedimenti varati dal Governo Monti, con il sostegno del PD, del PDL, del Terzo Polo, dei principali mezzi d’informazione e dettati dalle tecnocrazie economico/finanziarie europee, sulla scia delle regole sistemiche di Maastricht hanno, inginocchiato il Paese reale sull’orlo del baratro.
La scelta di risanare i conti pubblici con manovre antipopolari ed antioperaie dettate da un’ideologia classista secondo la quale il sistema economico deve essere rilanciato attaccando i segmenti più deboli della società attraverso la “controriforma” del sistema pensionistico, la manomissione dell’art. 18, l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, il Fiscal Compact, il taglio strutturale della spesa sociale contenuta nella spending review, sommato alla destrutturazione praticata dal precedente Governo Berlusconi, art. 8, attacco frontale alla scuola pubblica, ai diritti dei lavoratori, ha prodotto l’aumento della disoccupazione soprattutto giovanile e femminile, un verticale impoverimento del ceto medio basso, il fallimento di migliaia di piccole e medie imprese, ridotto il PIL, aumentato il deficit e il debito pubblico.
Il Governo tecnico, braccio armato della destra economica europea, delle lobby finanziarie e dei banchieri, facendo leva sulla paura diffusa tra la popolazione, alimentata dalla quotidiana minaccia del disastro economico e, approfittando dell’inconsistenza del fronte sindacale e dall’assenza di un vero conflitto sociale, ha varato provvedimenti che se non abbattuti avranno un’efficacia destinata a durare negli anni perché vincolanti e vincolati alle logiche della finanza, quindi costituenti, in Italia come nel resto dell’Europa è in atto una vera e propria lotta di classe: le tecnocrazie economiche e finanziarie contro le masse popolari.
Per L’Irpinia e le aree interne del Mezzogiorno, l’attuale fase di ristrutturazione liberista, può rappresentare, la definitiva capitolazione di qualsiasi possibilità di riscatto economico/ produttivo. I fatti dimostrano questo. La chiusura dell’IRISBUS di Flumeri con le evidenti conseguenze negative per l’intera Valle Ufita, l’incerto futuro della F.M.A. che persiste in tutta la sua drammaticità, nonostante le improbabili rassicurazioni del gruppo FIAT, la liquefazione delle industrie dell’indotto e di un gran numero di piccole e medie imprese artigiane, commerciali ed agricole, la sconvolgente desertificazione delle aree del Calaggio e della Valle Caudina, le gravi difficoltà che attraversa il comparto della concia e l’incapacità delle Istituzioni nel loro complesso, di elaborare un serio piano di riassetto del territorio indispensabile considerato l’instabile stato idro-geologico della Campania e necessario per garantire lavoro alle migliaia d’operatori idraulici forestali in lotta, l’attacco al sistema sanitario pubblico e allo stato sociale, il progressivo smantellamento del trasporto su ferro, ci rappresentano il fallimento delle politiche fin qui proposte.
Le antiche risposte date alla domanda, su come stimolare, sviluppo nel Sud del Paese, fino a spingerlo verso uno stadio d’industrializzazione degno di quello che nel frattempo si creava al Nord, seguendo l’idea di trapiantare la modernizzazione settentrionale attraverso le ristrutturazioni capitalistiche sull’agricoltura, le industrie private finanziate dallo Stato – vedi FIAT–, la rinuncia dei diritti conquistati attraverso anni di lotte, un turismo tutto rivolto al profitto, una spregiudicata e rapace urbanizzazione di tipo “metropolitano”, hanno mostrato la loro drammatica inadeguatezza; il modello unico di progresso e stato raggiunto solo nella sua forma molecolare e dolorosa dell’emigrazione giovanile soprattutto intellettuale. Meglio non è andato sotto l’aspetto dell’arretratezza culturale e morale intesa come subordinazione a poteri reazionari e al costume corruttore del clientelismo, viviamo oggi in un territorio sconosciuto, perché modificato geneticamente da una modernità senza sviluppo in cui è avvenuto un raffinato e ultra decennale processo di destrutturazione sociale, finalizzato a normalizzare le coscienze, a calcificare un pensiero unico. In questo situazione aumentano le solitudini e i suicidi, i rapporti sociali s’imbarbariscono a tal punto da scatenare una guerra tra poveri che sovente, in assenza di certezze, tentano di trovare le soluzioni ai loro problemi agendo soggettivamente e in conflitto con il loro pari, nutrendo di nuova linfa vitale il sistema di potere che attraverso la subalternità, il clientelismo, le debolezze ha costruito le sue fortune.
Noi viviamo due sciagure contemporaneamente: la crisi economica, causata dal sistema neoliberista e il peso di una classe dirigente incapace, corrotta e impegnata a preservare la sua nicchia di potere spesso occupandosi di corollari e banalità. La sinistra d’alternativa nel suo complesso è sospesa in una sorta di bolla, in un mondo surreale incapace, nonostante la buona volontà di molti, di incidere, costruire partecipazione, trasformare in lotta l’indignazione sociale diffusa. E’ il momento di volare alto senza farci attrarre dalle sirene del potere succulento che spesso ci ha mutato geneticamente; è nostro dovere lavorare, senza fughe in avanti o volontà egemoni, alla costruzione di un consapevole movimento sociale e politico alternativo al neoliberismo e alle regole spietate del capitalismo, riannodando i fili dell’indignazione trasformandola in protagonismo sociale strutturale, non momentaneo perché spinto dall’esigenza contingente ma consapevole della necessità di dover cambiare lo stato di cose presenti.
Occorre quindi sconfiggere il sistema feudale che domina la nostra provincia e il mezzogiorno d’Italia, in cui la subalternità e il ricatto rappresentano l’essenza del controllo sociale, occorre abbattere il modello individualistico tendente ad inaridire le coscienze fino a renderle barbare, al punto da indurre i singoli a combattere una guerra tra ultimi, mentre i poteri forti rafforzano il loro dominio. E’ il momento di cogliere l’opportunità della fase, valorizzare le tante esperienze di resistenza socializzandole, stimolare quanti tentano di inventare un altro modo d’essere nella società, rapporti diversi tra le comunità e l’individuo e, tra loro e la natura.
La crisi della politica si sconfigge non percorrendo scorciatoie populistiche o demagoghe, ma con idee cariche di tensione morale perché diventino bandiere di valori sociali.
Si esce dall’individualismo e dall’isolamento con la forza dell’aggregazione, della partecipazione militante, in tal senso, la lotta dei lavoratori dell’Ex Isochimica, degli operai Irisbus, del personale scolastico, dei tanti comitati spontanei presenti sul territorio provinciale e schierati a tutela dell’ambiente e dei beni comuni, dei giovani d’Avellino che impegnati a sperimentare forme innovative di democrazia sostanziale rivendicano una città animata dalla socialità desiderando di riscoprire il gusto del vivere insieme, tutto ciò accomunato alla manifestazione nazionale del 27 ottobre- no Monti Day – alle mobilitazioni del popolo della scuola pubblica e del 14 novembre, in occasione della giornata di mobilitazione europea, rappresentano un cambio di clima in cui dalla rassegnazione si comincia a passare alla lotta, la straordinaria partecipazione dei giovani ci parla di una nuova generazione che si mobilita consapevolmente contro scelte politiche che nel loro complesso determinano regressione culturale, morale ed economica.
Noi pensiamo che per realizzare una concreta alternativa sociale e politica bisogna ribaltare radicalmente le scelte che hanno caratterizzato il devastante ventennio della seconda repubblica, durante il quale con l’introduzione del bipolarismo presidenzialista e l’attacco ai principi fondamentali della Carta Costituzionale sono state violate le libertà delle masse popolari e calpestati i valori della pace, dell’eguaglianza, della solidarietà e della giustizia sociale.
Non c’è trasformazione dunque senza il rovesciamento delle politiche neoliberiste, che può avvenire da sinistra solo se la stessa, riconquista la giusta autonomia liberandosi definitivamente dagli schemi consociativi e dalle pratiche collaborazioniste con i poteri forti in cui e caduta negli ultimi anni, a causa delle quali è stata triturata e messa ai margini.
Per concretizzare tale progetto non si può ignorare quanto avviene in Europa, pertanto pensiamo necessario mettere in discussione gli attuali principi che caratterizzano l’unificazione europea, ispirati da politiche neoliberiste che concedono potere ai mercati finanziari ed alle tecnocrazie economiche togliendo sovranità ad un’Europa politica dei popoli basata sulla democrazia, la pace, l’uguaglianza e la giustizia sociale. E’ necessario quindi lavorare al rafforzamento della sinistra alternativa europea, attraverso un processo inclusivo e agevolando la contaminazione con altre organizzazioni che perseguono il nostro stesso obiettivo: Syriza, il Front de Gauche, Izquierda Unida, la Linke.
Rifondazione Comunista avrà il compito di lavorare perché anche nel nostro Paese germogli il seme di una sinistra alternativa antiliberista e anticapitalista, capace di riattivare dal basso, la partecipazione militante e di massa su un programma di medio e lungo corso che abbia come obiettivo laalternativa di Governo alle destre, al montismo e alle politiche liberiste. A tal proposito la federazione irpina fa propria la proposta avanzata dal comitato politico nazionale del P.R.C. inerente la “costruzione di una lista unitaria della sinistra contro il neoliberismo, per un progetto d’alternativa e per la riforma radicale della politica.” Tale proposta si rivolge ad Alba, al popolo dell’IdV, di Sel, dei Verdi, ed alle forze che hanno animato la manifestazione del 27 ottobre, al complesso delle forze associazionistiche, sociali, culturali e di movimento disponibili, ed è finalizzata a costruire un ampio polo d’alternativa che si pone l’obiettivo di governare il paese su un programma antitetico a quell’imposto da Monti e dalle politiche europee. In questo quadro riteniamo positivo l’appello “Cambiare si può”, promosso da una serie d’autorevoli personalità della sinistra, rispetto al quale registriamo una consonanza di proposta, in virtù della stessa parteciperemo all’assemblea convocata per il 1° dicembre al fine di concretizzare un percorso di costruzione della lista unitaria di sinistra. Parimenti , la dialettica aperta all’interno dell’Italia dei Valori, come anche posizioni presenti all’interno di Sinistra Ecologia e Libertà, ci confermano la possibilità di allargare le forze che possono essere coinvolte nella costruzione di un polo della sinistra d’alternativa. Un polo che vogliamo costruire non come pura sommatoria elettorale ma come progetto politico di ricostruzione aperta e partecipata di una soggettività della sinistra, basata sul principio “una testa un voto”, in grado di intrecciare senza gerarchie e connettere in una dimensione progettuale che travalichi la scadenza elettorale chi si oppone al montismo di oggi e a quello di lungo periodo, determinato dall’accettazione dei vincoli europei e del Fiscal Compact. In questo quadro parteciperemo all’assemblea prevista per il 15 dicembre in continuità con la manifestazione del No Monti day.
A tal proposito,prendiamo atto che il progetto della Federazione della Sinistra, generoso tentativo di concretizzare quanto enunciato, dopo una lunga agonia si è sostanzialmente dissolto di fronte all’ostacolo non aggirabile: l’alleanza con il P.D. tanto che il p.d.c.i e le micro formazioni di Salvi e Patta rifiutando la proposta democratica di un referendum interno alla F.d.S. hanno deciso di partecipare dall’sterno alle primarie nazionali del centro sinistra. Rifondazione Comunista non partecipa alle primarie, perchè vincolanti riguardo l’accettazione dei trattati europei e quindi delle politiche neoliberiste.
Per cambiare la società è necessario quindi invertire i rapporti di forza sul piano politico,sociale e legislativo, pertanto noi proponiamo:
- Sul piano nazionale di costruire di una lista unitaria della sinistra contro il neoliberismo, per un progetto di cambiamento e per la riforma radicale della politica, che abbia quali valori fondanti un’alternativa sistemica al capitalismo, e che sia in grado, di stimolare una rinnovata partecipazione democratica militante e dal basso;
- Di intensificare la mobilitazione nella campagna referendaria,inerente: la cancellazione della diaria dei parlamentari,il ripristino dell’art. 18 e l’abolizione dell’art 8. Un impegno particolare va dedicato alla raccolta di firme sulle pensioni, quesito di forte rilevanza politica quasi interamente a nostro carico. La raccolta delle firme per i referendum, e la campagna per il reddito minimo garantito rappresentano quindi punti fondamentali del nostro impegno politico per i prossimi mesi.
- Un ripensamento del modello di sviluppo e il rilancio dell’economia attraverso il finanziamento di una serie di investimenti finalizzati alla riqualificazione dei centri urbani, all’adeguamento sismico degli edifici scolastici, alla messa in sicurezza del territorio, alla valorizzazione dei beni comuni ambientali e culturali.
- Di destinare i fondi Europei alla creazione di nuove opportunità di lavoro eco compatibili nel settore delle energie alternative, della biotecnologia, dell’agricoltura biologica, del trasporto pubblico , del turismo qualificato…
Rilanciamo, inoltre con forza il nostro impegno nelle mille vertenze che ci hanno visti coinvolti in questi anni : (ISOCHIMICA – IRISBUS – PRECARI DELLA SCUOLA – QUESTIONI AMBIANTALI TERRITORIALI);
v ISOCHIMICA
La lotta degli operai ex ISOCHIMICA, ha determinato l’apertura di uno squarcio nel muro di gomma che per decenni ha nascosto una vicenda tanto drammatica quanto vergognosa; il SISTEMA composto da un intreccio tra pseudo imprenditori, partiti, istituzioni, organi ispettivi e criminalità organizzata che ha voluto e gestito, in nome del denaro e del potere, questa VERGOGNA DI STATO deve rispondere del male che ha prodotto, le vittime – operai, comunità, uomini e donne onesti di questa provincia – hanno il diritto al risarcimento economico e morale. Negli ultimi mesi nessuno ha potuto più fingere di non vedere, il gioco perverso e vigliacco degli insabbiamenti, delle omissioni, dei silenzi complici e assassini, ancora in corso, va definitivamente fermato con atti politici sostanziali, gli attori chiamati in causa: Governo, Regione, Provincia, Comune d’Avellino, hanno il dovere di concretizzate quanto fin qui enunciato, la Magistratura deve definitivamente chiarire quanto avvenuto.
Riguardo al doveroso interessamento istituzionale qualcosa si è mosso, tuttavia considerati i trascorsi e l’entità del problema coviamo il sospetto, che ci permettiamo definire legittimo, che i pupari dell’epoca ricoprano ancora un ruolo determinante in questa scandalosa vicenda, infatti, tanti sono i lati oscuri riguardo la vigilanza sanitaria, il risarcimento dei danni, la bonifica dell’area di sedime ove insiste lo stabilimento, lo smaltimento dei rifiuti. Per queste ragioni pensiamo che il fronte di lotta debba consolidarsi ed estendersi, l’attenzione deve rimanere alta se s’intende scongiurare il pericolo che trascorrano altri decenni senza giustizia.
v IRISBUS
Il gruppo FIAT dagli anni ottanta con cinica pazienza e approfittando della sottoposta complicità di chi ha governato e governa il Paese sta realizzando esternalizzazioni verso regioni europee in cui il capitale alimenta il suo plusvalore sfruttando la carenza di garanzie e retribuzioni da fame, provocando di conseguenza nel nostro Paese la dismissione d’interi siti produttivi – IRISBUS, FMA, INDOTTO – licenziamenti di massa, gravissimi attacchi ai diritti acquisiti con dure lotte.
Il P.D, non è immune, l’equidistanza nel conflitto capitale – lavoro e il sostegno al Governo Monti, diretta espressione delle tecnocrazie finanziarie europee, gli impedisce di proporsi come credibile alterativa alle regole selvagge della globalizzazione neoliberista, in virtù delle quali FIAT attraverso il suo A.D. Marchionne sta concretizzando il disastroso progetto di dismissione produttiva in Italia. E’ necessario, agire con decisione nei confronti della FIAT imponendogli di svincolare definitivamente lo stabilimento IRISBUS considerato che lo stesso è stato realizzato e in seguito ristrutturato con fondi pubblici, prevedendo tra l’altro la possibilità di pesanti sanzioni qualora l’azienda continui a boicottare possibili opportunità produttive, il Governo deve impegnarsi a commissionare alle Regioni uno studio riguardo alla necessità d’approvvigionamento o rinnovo del parco macchine in dotazione, agevolando politiche di mobilità eco sostenibile per poi convocare in tempi stabiliti e certi la conferenza STATO – REGIONI, anche per evitare la scure delle imminenti sanzioni europee, prevedendo le giuste risorse e, agevolando eventuali trattative con potenziali acquirenti valutando anche ogni offerta di collaborazione che viene dall’indotto territoriale, in alternativa valuti possibilità di nazionalizzazione.
v PERSONALE A.T.A.
I tagli praticati dal Governo Monti con il provvedimento di SPENDING REVIEW hanno determinato la drastica riduzione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, in particolare per il profilo di COLLABORATORE SCOLASTICO;Il collaboratore scolastico (Area A) è addetto ai servizi generali della scuola con compiti di accoglienza e di sorveglianza degli alunni, nei periodi antecedenti e successivi alle attività didattiche, di pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi, di vigilanza e assistenza durante il pasto, di custodia e di sorveglianza generica sui locali della scuola e di collaborazione con i docenti; L’ultima circolare del MIUR sulle supplenze ATA, oltre ad aggravare drasticamente l’apertura dell’anno scolastico 2012/2013, rinvia senza termine la copertura dei posti liberi; Le complesse operazioni di inizio anno sono scaricate interamente sulle spalle delle poche unità di personale specializzato rimasto in servizio; Il d.l. 95/2012 e successiva l. 135 del 7 agosto 2012 non è finalizzato ad utilizzare al meglio le risorse pubbliche a vantaggio dei cittadini, ma viceversa concepito esclusivamente per praticare tagli indiscriminati con un accanimento inaccettabile nei confronti dei lavoratori A.T.A. indispensabili per aprire le scuole e fare in modo che esse siano pronte e accoglienti all’inizio delle lezioni; questo determina la mancanza delle condizioni minime per l’accoglienza, la sicurezza e la funzionalità del servizio scolastico. Al momento negli istituti scolastici Irpini è utilizzato personale L.S.U. ,per funzioni di collaboratori scolastici, non idoneo perché senza alcuna formazione professionale specificatamente alle funzioni di cui sopra; I suddetti L.S.U. sono costretti a adempiere compiti particolarmente delicati , tra l’altro con le stesse regole contrattuali e salariali con cui sono stati assunti ;noi lottiamo perché si agisca al fine di verificare se sussistono violazioni delle leggi vigenti con lo scopo di evitare che la necessità di esaminare il problema della spesa pubblica nella scuola sia affrontata in termini squisitamente economico – aziendali, considerato che il servizio scolastico, in tutte le sue componenti è un diritto fondamentale garantito dalla Carta Costituzionale, pertanto è inconcepibile pensare di scendere sotto gli standard qualitativi minimi affidando all’amministrazione il potere di ridurre in modo drastico le dotazioni organiche del personale ,senza nemmeno peritarsi di definire previamente i criteri per orientare l’esercizio del potere amministrativo.
v STATO SOCIALE
Nella crisi aumentano disoccupazione, povertà, disuguaglianze. Lo smantellamento dello stato sociale, riduce la capacità di risposta ai bisogni, vecchi e nuovi, da parte delle istituzioni pubbliche. Il prosciugamento del fondo nazionale sulla non autosufficienza, il quasi azzeramento di quello per le politiche sociali i tagli agli enti locali stanno determinando un forte ridimensionamento, quando non la chiusura, di servizi e prestazioni sociali. I diritti sociali costituzionalmente garantiti sono così negati. Anziani, persone con disabilita, minori e lavoratori del settore sono abbandonati a loro stessi in nome del rigore e del bilancio, facendo emergere una concezione folle che considera le risorse per il sociale costi improduttivi da tagliare. Questo governo, come il precedente, sta favorendo un processo di progressivo arretramento del pubblico per lasciare spazio al mercato, libero di fare profitto anche sul sociale, a partire dalle polizze assicurative per poter accedere a determinati servizi e prestazioni. Lo stato, grazie a Berlusconi, ieri, e a Monti, oggi, non rimuove più gli ostacoli all’uguaglianza sociale. La Costituzione diventa così lettera morta.
Va riconosciuto il valore economico, occupazionale, inclusivo delle politiche sociali. Le risorse per il sociale sono investimenti per uno sviluppo sostenibile, con meno disuguaglianze e povertà, con più dignità e benessere.
v ELETTRODOTTO E RICERCHE PETROLIFERE
Rifondazione Comunista condivide e sostiene con determinazione i comitati spontanei che con dati di fatto contrastano il progetto scellerato di realizzare un elettrodotto in Alta Irpinia e l’ipotesi di ricerche petrolifere sul nostro territorio. Per tale ragione si impegna nei prossimi mesi a concretizzare forme di lotta e resistenza sociale, in nome di un nuovo modello di sviluppo basato sulla valorizzazione del territorio contro ogni tentativo speculativo.
INOLTRE
Il C.P.F. condivide e sostiene l’iniziativa politica intrapresa dal Circolo di Avellino riguardo alle prossime elezioni amministrative con l’auspicio che l’attuale cartello elettorale composto dalle forze politiche e sociali che in questi anni si sono opposte alla gestione, dell’Amministrazione Galasso, nelle prossime settimane riescano a stimolare processi di partecipazione dal basso necessari per realizzare una reale alternativa politica e istituzionale.
Impegna inoltre, tutto il Partito nella campagna di rinnovo dell’adesione al Prc che, anche tenendo conto della nuova legge relativa al finanziamento dell’attività politica, terminerà il 31 dicembre 2012;pertanto chiama tutti i Circoli e le strutture territoriali all’impegno per raggiungere il massimo dell’obiettivo in termini di iscrizione e, ad attivarsi nel sostenere e promuovere campagne di autofinanziamento necessarie per la vita del partito e la costruzione delle iniziative politiche.
Avellino li 28 novembre 2012