Siano al burlesque. L’aula consiliare di Aversa ridotta a palco per spettacoli di cabaret di quart’ordine. Stamattina, in occasione dell’elezione del presidente del consiglio, è andata in scena una rappresentazione tragico-demenziale. Ad inizio seduta erano presenti quasi tutti i consiglieri. C’era quindi il numero legale. Prima di iniziare i lavori il consigliere anziano Alfonso Oliva, timoniere pro tempore del civico consesso, ha detto di dover abbandonare l’aula passando la palla al primo consigliere anziano, il dimissionario Carmine Palmiero. Anche lui ha comunicato che avrebbe abbandonato i lavori.
Poi è toccato a Luigi Dello Vicario, che con un altro colpo di teatro ha dichiarato di non poter condurre il consiglio perché non si sentiva bene. A quel punto il candidato sindaco del centrodestra Gianluca Golia ha chiesto che si procedesse alla conta per verificare se c’era ancora il numero legale. Roberto Romano, esponente di maggioranza decisivo per garantire il numero legale, ha fatto finta di ricevere una telefonata e si è allontanato dall’aula. Di lui si è persa ogni traccia. È scappato come un ratto nelle fogne. L’esito del consiglio? Deserto. Ancora una volta. I giochetti dell’opposizione e l’indecente atteggiamento di Romano, da vera meretrice della politica, rischiano di portare il Comune al dissesto per il mancato ottemperamento delle prescrizioni della Corte dei Conti. Si dovrà riconvocare un’altra seduta. Che vergogna. Si gioca sulla pelle dei cittadini. L’opposizione va fatta in aula anche con toni accesi. Non si scappa. Per quanto Romano che dire? È il più assiduo frequentatore del mercato delle vacche.
Mario De Michele