Se Alfonso Golia pensa di forzare la mano come nel 2019 andrà a sbattere. In politica 4 anni sono un’eternità. Dalle ultime comunali ad oggi è cambiato tutto. L’ex sindaco vinse le amministrative a capo della coalizione di centrosinistra formata da Pd, La Politica che Serve, e Obiettivo Aversa. In corso d’opera, per salvare la poltrona, orchestrò il ribaltone con il consigliere regionale Giovanni Zannini. Nuova maggioranza (molto più moderata) e nuovo assento amministrativo con l’entrata in giunta degli uomini del presidente della commissione regionale Ambiente. Nel cassetto lo zainetto rosso e il megafono. La rivoluzione dolce fallì. Si tornò al manuale Cencelli. Stesso metodo, utilizzato poco dopo, per eleggere Roberto Romano alla presidenza dell’assise. L’ex 5 Stelle non ci ha messo troppo per mandare a casa Golia. Un posto di lavoro in ballo? Così si vocifera. L’altro scossone in maggioranza arrivò da una parte del Pd. In netta contrapposizione con Golia e company i consiglieri Paolo Santulli, Eugenia D’Angelo e Maurizio Danzi passarono in minoranza bersagliando il sindaco con manifesti e note stampa al veleno. Insomma dal 2019 ad oggi lo scacchiere politico è completamente mutato. Eppure Golia, come se non fosse successo nulla, ostenta serenità e si autocandida a sindaco alle comunali della primavera 2024. Errore imperdonabile. L’ex primo cittadino dovrebbe cambiare totalmente approccio. I prossimi giorni e mesi serviranno a fissare dei paletti inamovibili. Il primo: chi ha abbattuto l’amministrazione comunale non può essere un interlocutore. Serrande sbarrate quindi per Santulli, D’Angelo e Danzi. Il secondo: in questa fase si deve lavorare a costruire la lista dem. Il terzo: prima nasce la coalizione e soltanto dopo aver sposato un progetto condiviso si sceglie la figura più adatta per attuarlo. In altre parole, prima la squadra e il programma, poi l’individuazione del candidato sindaco. Che, sia chiaro, potrebbe essere lo stesso Golia, a patto che la sua nuova investitura sia lo sbocco di un percorso politico e non personalistico. Oggi la priorità è mettere assieme Pd, 5 Stelle, Italia Viva e i Moderati di Zannini, oltre che spezzoni della società civile che si rivedono nel centrosinistra. Golia deve farsi un bagno di umiltà, ammettere i suoi gravi errori e mettersi al servizio della squadra. Spetterà alla coalizione scegliere il leader dello schieramento. Queste sono le regole della politica. Staremo a vedere se l’ex sindaco Golia ha imparato almeno l’Abc. In caso contrario resterà isolato anche nel Pd. E si autoescluderà dal processo di ricostruzione del centrosinistra. Sull’ex primo cittadino calerà il sipario. Definitivamente.
Mario De Michele