L’8 marzo, il suo significato, le conquiste e i diritti ancora negati, le battaglie da portare avanti: la deputata del Pd Camilla Sgambato ha affidato alla sua pagina facebook una riflessione a tutto tondo sulla condizione femminile, la democrazia paritaria nelle istituzioni e nella società. Una lettera aperta alle donne e anche agli uomini: Si avvicina l’8 marzo e si ripropongono convegni, manifestazioni, eventi per ricordare la centralità della donna nella società e le sue difficoltà ad affermare i propri diritti. Non ritengo che siano essi liturgie superate e ben vengano, dunque, tutte le iniziative in tal senso. Sento però anche tante donne, dentro e fuori dal partito, che si interrogano su quale sia oggi il significato e l’attualità di una tale ricorrenza. Ebbene, io credo che oggi più che mai l’8 marzo, ma anche il 7 e il 9 ed ogni giorno dell’anno valga la pena di ricordare la necessità che una metà della nostra società non è ancora sufficientemente tutelata. Abbiamo certamente ottenuto i primi risultati in termini di rappresentanza istituzionale, grazie certamente al percorso normativo portato avanti dalle battaglie di tante parlamentari, che hanno fatto sì che la presenza delle donne nelle istituzioni, a cominciare da quelle locali, fosse garantito anche per legge. E’ un primo passo, un primo importante passo. Ma c’è ancora da fare. In una società in crisi, in ogni momento di difficoltà economico, a farne direttamente le spese sono soprattutto le donne. Il caso della Ericsson di Marcianise è certamente da questo punto di vista emblematico: quando si taglia, quando si colpisce, in prima linea, purtroppo ci sono le donne. E che dire della sanità, dove un approccio ragionieristico ai bilanci della sanità campana ha deciso che si doveva tagliare la breast unit, un fiore all’occhiello dell’ospedale per tutte le donne affette da tumore alla mammella. E poi la violenza, il femminicidio. Storie drammatiche di sangue e soprusi che riempiono la cronaca di tutti i giorni. Mi guardo intorno e penso che la strada per la parità di genere, quella che si basa sulla parità di opportunità, sulla parità dei diritti, è ancora una strada in salita, una strada che deve ripartire da una politica che guardi allo sviluppo dei territori, che garantisca lavoro (perché il lavoro garantisce indipendenza alle donne e quindi le aiuta nel percorso di affrancamento da ogni violenza), che assicuri welfare e diritto alla salute. In questo senso il nostro impegno per il rilancio di aziende importanti del nostro territorio. In questo senso l’impegno per una sanità efficiente. In questo senso anche la battaglia perché il Governo riveda la distribuzione delle risorse per gli asili nido privilegiando il criterio del fabbisogno a quello della spesa storica, così da eliminare, anche in questo importante strumento di sostegno alla genitorialità, le distanze tra Nord e Sud e aiutare le donne e, con loro, le famiglie del Mezzogiorno. Un impegno su più fronti che è già nelle istituzioni ma che deve arrivare anche nella formazione delle nostre coscienze. Penso alle scuole, alla necessità che la “buona scuola” insegni una nuova educazione sentimentale, rispetto della parità di genere, la diversità e il rispetto tra i generi. “Io l’8 ogni giorno”, ho letto. E lo condivido. Facciamo che sia l’8 marzo ogni giorno. Che il ricordo di quelle donne morte in fabbrica, il loro coraggio sia esempio per noi per tenere alta la nostra battaglia. Una battaglia, ricordiamo, che è di genere ma che non riguarda solo le donne. Gli uomini si sentano coinvolti. Il protagonismo delle donne rende migliore una società fatta di donne e di uomini. Buon otto marzo a tutti.