MADDALONI – “Un incontro fattivo e molto proficuo che pone le basi per mettere in sicurezza un sito, quello di Cava Masseria Monti, sul quale è urgente intervenire alla luce di dati allarmanti che certificano l’inquinamento dei suoli da cadmio e altri metalli pesanti, nonché le emissioni nell’aria di benzene e toluene attraverso fumarole generate da autocombustione che, come abbiamo personalmente verificato, continuano ad appestare l’aria e l’ambiente”.
Lo affermano il Presidente della Commissione Regionale bonifiche ed Ecomafie Antonio Amato e il consigliere regionale del PD Lucia Esposito al termine della specifica audizione tenuta questa mattina dalla commissione bonifiche cui hanno partecipato tra gli altri l’assessore all’Ambiente della Campania Giovanni Romano, il consigliere regionale Corrado Gabriele, l’assessore all’ambiente del comune di Maddaloni Luigi Bove. “La vicenda di Cava Monti è molto complessa e presenta ancora tanti lati oscuri”, affermano Amato e Esposito. “Il sito, che oggi rientra nel SIN Litorale Domitio Flegreo e quindi é di competenza del Ministero dell’Ambiente, nasce come cava tufacea, ma sarebbe stato utilizzato per anni come discarica per lo scarico di rifiuti e scarti industriali. Nel 1994 un esposto anonimo ha denunciato l’interramento di 300 fusti contenenti sostanze tossiche e nocive. L’Istituto nazionale di Geofica e Vulcanologia ha constatato anomalie magnetiche da accumulo di materiale metallico, il Laboratorio di Igiene e profilassi ha certificato la presenza di materiale tossico e nocivo con concentrazioni di piombo e cadmio superiori al limite, da anni si sviluppano fumarole e l’ARPAC ha verificato emissioni nell’aria di benzene e toulene, esistono serie preoccupazioni per le falde acquifere. Insomma una situazione allarmante affermano i consiglieri regionali sulla quale negli anni è intervenuta anche l’autorità giudiziaria, e resa ancora più complessa da cambi di proprietà e analisi di parte, pure condotte dall’Università Federico II, che addirittura non indicavano la necessità di rimozione dei rifiuti ma che poi sono state smentite dallo stesso Ministero dell’Ambiente. Gli interventi delle istituzioni, dal Ministero alla Provincia di Caserta fino all’amministrazione comunale, perché la proprietà del sito provvedesse alla caratterizzazione, alla messa in sicurezza e alla bonifica, non hanno sostanzialmente ottenuto risultati, e non è più differibile arrivare alla messa in sicurezza d’urgenza del sito”.
“Oggi – dicono Amato e Esposito – anche grazie al proficuo intervento dell’assessore Romano, si è individuata una modalità di intervento che, pure a fronte della carenza di fondi e delle difficoltà tecniche, potrà portare a risultati concreti: nel piano regionale bonifiche la cava sarà individuata come discarica incontrollata, dando la possibilità di accedere a specifici fondi. Inoltre, l’assessore si è impegnato a sollecitare ufficialmente il Ministero per l’istituzione di uno specifico tavolo con tutte le parti in causa perché si agisca, eventualmente anche in danno alla proprietà, replicando un’analoga azione proficuamente promossa da questa commissione e dall’assessore per il sito Agrimonda di Mariglianella. Infine – concludono Amato e Esposito – nei prossimi giorni, ARPAC e ASL avvieranno analisi sui campi che circondano la cava e sono ancora coltivati, nonché sulle falde di profondità. Un monitoraggio che servirà ad avere un quadro completo sull’inquinamento dell’intera area e sulle eventuali azioni da mettere in campo per la salvaguardia della salute pubblica. Si è avviato un percorso concreto che, dopo il sopralluogo effettuato nella scorsa settimana, individua finalmente una possibilità di intervento: senza più tergiversare, bisogna mettere in sicurezza un inferno di rifiuti tossici che continua a mettere a rischio la salute dei cittadini”.