La casa di Stefano Graziano si “trasforma” nella sede distaccata della federazione provinciale del Pd casertano. Ieri nel tardo pomeriggio a Teverola nell’abitazione dell’ex deputato si è tenuto un incontro ristretto, presieduto per motivi di ospitalità… da Graziano, al quale hanno partecipato il segretario facente finzione dei dem Raffaele Vitale, il coordinatore della segreteria provinciale Marco Villano, Biagio Lusini, Nicola Tamburrino, Emiddio Cimmino e Biagio Di Muro, rispettivamente sindaci di Teverola, Villa Literno, San Tammaro e Santa Maria Capua Vetere, e a sorpresa Donatella Cagnazzo, figlia del generale dei carabinieri Domenico Cagnazzo, la quale potrebbe essere candidata nella lista Pd alle regionali su indicazione di Graziano. Oggetto della riunione domenicale (ormai si fanno gli straordinari) ovviamente l’accordo sui nuovi vertici dell’Asi. Dopo il confronto preliminare, o meglio “vero”, in tarda serata Graziano e Villano hanno partecipato a un’altra riunione, stavolta a casa di Giuseppe Stellato a Santa Maria Capua Vetere. Presenti Gigino Munno, Dario Abbate, Enzo Cappello, Raffaella Zagaria, Carlo Marino, Carlo Corvino, Vito Marotta e Silvio Sasso. A fare gli onori di casa Peppe e Pasquale Stellato. Ma il tentativo di ottenere l’avallo sull’Asi da tutti i componenti della segreteria dem è miseramente naufragato. E durante l’incontro sarebbero volati stracci con una rottura che appare ormai insanabile. A peggiorare le cose l’atteggiamento di Vitale. Come ha riferito Pasquale Stellato, il facente finzione non si è presentato perché si è offeso a causa dell’incontro che sabato scorso hanno tenuto alcuni membri della segreteria (leggi l’articolo). Anche per le notizie apparse sulla nostra testata (sacrilegio!), Vitale ha fatto sapere di pretendere le scuse da ogni singolo partecipante a quella riunione, di cui peraltro era stato informato da loro stessi. In caso contrario non avrebbe preso parte a nessun incontro politico. Ma la ridicola e bambinesca richiesta di scuse (accusa gli altri e poi partecipa a riunioni carbonare con i sindaci) è stata fermamente rispedita al mittente. “Facesse quello che vuole, prendiamo atto che Vitale paralizza il partito”, è il succo della risposta dei “ribelli”. Che però non resteranno con le mani in mano. A loro dire Vitale non è più il garante di tutti, ma solo delle componenti Graziano-Stellato. E sta tirando la volata all’ex deputato in vista delle regionali. È questo il nodo gordiano da sciogliere. I “ribelli” hanno lasciato il campo libero sull’Asi (“facciano quello che vogliono”), ma pongono una seria questione politica: Vitale non è più il segretario di tutte le anime della maggioranza. Questo è il tema. Come direbbe Graziano.
Mario De Michele