Eravamo quattro amici al bar. La celebre canzone di Gino Paoli sembra essere stata scritta per il Pd casertano. Quasi nessun sindaco infatti ha partecipato alla riunione (in programma oggi 13 novembre) sul futuro assetto dei vertici dell’Asi. Un argomento non certo di routine su una tematica importante sia sotto il profilo politico che economico. Ma i dem continuano a manifestare, ormai pubblicamente, la propria incapacità a sciogliere la matassa. Al vertice tra i primi cittadini dei Democrat hanno preso parte solo i sindaci, Emiddio Cimmino (San Tammaro), Nicola Tamburrino (Villa Literno), Biagio Lusini (Teverola) e un delegato di Raimondo Cuccaro. Tutti gli altri hanno dato forfait. Peraltro non si è ancora capito bene Lusini e Tamburrino a titolo partecipino alle riunioni visto che non risultano iscritti al Pd (qualcuno ce lo spiega?). Insomma, un flop. Eppure prima del faccia a faccia con i primi cittadini si è tenuta un incontro fiume tra Marco Villano, Franco De Michele e Luigi Munno per tracciere il percorso da seguire. Ovviamente assente, tanto per non cambiare, il segretario fancente finazione Raffaele Vitale. Ma per adesso il partito è finito in un tunnel senza uscita. A peggiorare la situazione l’arroganza di alcuni sindaci che vogliono “dettare legge”. Un atteggiamento che non è andato giù a Munno che, come già avvenne in un altro vertice, non ha digerito i diktat dei sindaci, usando anche toni poco anglosassoni. Ogni sindaco tira l’acqua la proprio mulino, cioè vuole un posto nel consiglio di amministrazione del Consorzio. E non interessa a nessuno l’equilibrio politico con il Nuovo Centro Destra, l’alleato con cui spartirsi le poltrone. Da tempo i dem invocano una svolta per l’Asi di Caserta, ma dopo aver chiesto la testa di Luciano Morelli, che responsabilmente si è fatto da parte, non sono ancora in grado di trovare un soluzione per uscire dal guado. E porre fine a una farsa tragicomica.
Mario De Michele