L’Asi Caserta torna ad agitare le acque in casa Pd. Dopo le polemiche dei giorni scorsi per il mancato accordo sull’elezione dei nuovi vertici (scontro tra segreteria e i Cappello), i Dem hanno di nuovo affrontato la questione nella speranza di accorciare i tempi del commissariamento del Consorzio attualmente nelle mani di Luciano Morelli, presidente del’Unione industriali di Terra di Lavoro, indicato dall’allora assessore regionale Fulvio Martuciello. Ma anche l’ultimo incontro che si è tenuto nella sede di via Maielli non ha sortito l’effetto sperato. Anzi, ha alimentato altre polemiche. Alla riunione dei sindaci del Pd, convocata dalla segreteria provinciale, sono volate parole grosse tra Luigi Munno, responsabile Enti locali, e il primo cittadino di Teverola Biagio Lusini. Dopo l’intervento del sindaco teverolese, per molti versi critico sulle scelte del partito, Munno ha sbottato: ma a che titolo sta partecipando alla riunione? Non mi risulta che sei iscritto al Pd. Stizzita la reazione di Lusini, che ha tuonato: quando vi fa comodo sono del Pd e non sollevate alcun problema. Ora non vi sta più bene? In pochi minuti i toni si sono accesi e il duello si è protratto a suon di accuse reciproche gridate a squarciagola. Poi è tornata la calma, anche se il clima è rimasto teso. In realtà, Munno, che è anche sindaco di Macerata Campania, ha contestato a Lusini una cosa vera: la mancata iscrizione al Pd. Da quello che si apprende, il primo cittadino di Teverola non ha nessuna tessera di partito in tasca, per cui la sua presenza all’incontro appare quanto meno strana. Ma è altrettanto vero, come sostiene lui stesso, che Lusini ha sempre dialogato su importanti questioni politiche, come nel caso dell’Asi, con una parte dell’attuale maggioranza dei Dem casertani, che lo considerano di fatto un iscritto al partito. Non a caso è stato invitato all’incontro. Più che con Lusini , Munno dovrebbe prendersela con chi lo ha convocato. Oppure, e sarebbe la cosa più “normale” da fare, si dovrebbe chiarire una volta e per tutte l’appartenenza o meno del primo cittadino teverolese al Pd. Perché non lo si fa? Perché non tutti, in primis la senatrice Rosaria Capacchione, vedono di buon occhio Lusini, considerandolo un sindaco chiacchierato, per cui è meglio lasciarlo nel limbo, ricorrendo a lui quando serve, per esempio per eleggere i nuovi vertici dell’Asi.
Mario De Michele