Se la sua maestra di italiano alle scuole elementari è deceduta si starà rivoltando nella tomba. Se è ancora viva si è suicidata pensando di aver totalmente fallito come insegnante. Il candidato alle ultime comunali Francesco Baldi è entrato nel guinness dei primati. Con un solo post su Fb, ripetiamo uno solo, ha sterminato ortografia, morfologia e sintassi della grammatica italiana. Nemmeno un bambino della scuola materna avrebbe commesso più errori-orrori dell’esponente della Lega. Se uno studente scrivesse in quel modo in un tema non verrebbe bocciato ma condannato ai lavori forzati. Baldi invece farebbe invidia ad Antonio Albanese. È il Cetto La Qualunque della politica aversana. Linguaggio e volti praticamente identici.
Il leghista ha fatto irruzione su Facebook per dissertare sull’intervento dei vigili urbani presso la palestra della scuola De Curtis (leggi l’articolo). Nell’ambito di una discussione aperta sui social da Ciro Coscione sul gruppo “Aversa… che non va!… che non va?” Baldi si è subito inserito per esprimere il suo pensiero. Ma purtroppo lo ha fatto a parole sue. Infatti non si è capito una mazza. È impossibile comprendere il senso del suo post. Servirebbe un traduttore della lingua baldese. Abbiamo contattato tutte le agenzie del mondo. Ci sono traduttori di occitano, di dakota, di yucateca ma di baldese zero. Sintomo che si tratta di un prodotto Doc aversano. L’unico in grado di svelarne i misteri linguistici è Baldi.
“Le regole – ha scritto il salviniano – sono fatte per essere rispettare anche se avvolte quando si tratta di ragazzi si può anche essere più flessibile!”. Ma che roba è? In quel contesto “avvolte” è locuzione avverbiale di tempo, quindi si scrive “a volte”, nel senso di ogni tanto. Quando è participio passato del verbo avvolgere la grafia corretta è “avvolte”. Il post-capolavoro è completato da un’altra considerazione, scritta ugualmente in baldese, ma ancora più grave perché contenente una valutazione politica e civica da brividi. “Dato che si trattava di un solo abuso, si poteva far finire di giocare i ragazzi, e poi in sedi apposte si sanzionava la società. Ovvio, se c’erano i presupposti e nessun rischio per i ragazzi!”. Un solo abuso? Egregio signor Baldi, quanti abusi “per legge” è consentito fare? Due-tre-quattro-cinque? La prima multa per divieto di sosta la abboniamo? Dalla seconda si paga. Uno spintone è consentito mentre quando si danno calci e pugni è prevista una tiratina di orecchie? Se siete tutti d’accordo da oggi entra in vigore il codice Baldi.
L’ultima parte del post su Fb mostra l’annosa avversione dell’esponente leghista verso il participio passato. “…e poi in sedi apposte si sanzionava la società”. “Apposte” è participio passato del verbo apporre, ma tra Baldi e il participio passato evidentemente è in atto un sanguinoso conflitto che risale all’infanzia. Forse il candidato della Lega intendeva dire nelle sedi apposite? Era d’uopo l’utilizzo dell’aggettivo. Sul suo rapporto con gli aggettivi non ci esprimiamo perché non abbiamo notizie certe. “Comunquemente” il candidato della Lega non ha nulla da invidiare a Cetto La Qualunque. Si assomigliano tantissimo da sembrare gemelli. Parlano allo stesso modo. E qualcuno dice pure che durante la sua costosa campagna elettorale Francesco Baldi abbia promesso “Cchiù pilu pe’ tutti”.
Mario De Michele