Riceviamo e pubblichiamo da Giovanni Innocenti, consigliere comunale di “Aversa Più”. “In merito ad alcune dichiarazioni apprese dagli organi d’informazione in risposta al video messaggio, nel quale auspico e invito insieme al collega Capasso l’amministrazione nello specifico il Primo Cittadino, a riattivare, recuperare e ripristinare il manufatto ossia il Complesso Leonardo Bianchi di proprietà del comune di Aversa. Devo rilevare mio malgrado con disappunto, che sembra si sia spostata l’attenzione dal reale problema, ovvero lo stato di totale degrado e abbandono in cui versa lo stabile, unitamente alla più che probabile presenza e/o OCCUPAZIONE in maniera abusiva dell’immobile da non si sa chi, fatto gravissimo, alla persona che insieme a me ha realizzato il “video denuncia”, trasformando così un problema della comunità, in una disputa tra soggetti politici. E’ implicito e pacifico che nessuna responsabilità può essere additata all’attuale primo cittadino Enrico De Cristofaro, il quale come tra l’altro il sottoscritto, è alla prima consiliatura, così come è chiaro ed evidente che ha ereditato una situazione pregressa della quale qualsiasi siano state le dannose dinamiche, non ha al momento alcuna responsabilità. Per quello che mi riguarda, l’obbiettivo del “video denuncia” è, ribadisco, quello di sollecitare l’attuale amministrazione ad intervenire, su un problema che oggi c’è!! non sono attratto da disquisizioni su cosa e chi doveva fare, ma mi attrae cosa si può fare oggi! per cui non ritengo produttiva una caccia alle streghe, e non intendo inserirmi in questo percorso; naturalmente sarà nell’interesse di tutti fare luce e chiarezza quanto prima su questa vicenda , dovere che noi amministratori abbiamo soprattutto nei confronti dei cittadini Aversani. Per cui anche se l’invito non era rivolto a me direttamente, ma al consigliere Capasso, mi rendo disponibile, nel rispetto dei ruoli, e per il solo fine del bene comune, a realizzare insieme alla maggioranza, auspicando che si uniscano a me anche altri consiglieri della minoranza, la Fondazione Maddalena, o a studiare congiuntamente mettendo insieme idee, competenze e proposte, qualsiasi altra soluzione utile, purché ciò possa far si che si realizzi il progetto iniziale, ovvero la Casa delle Associazioni”.

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