Approvate in consiglio comunale due delibere relative alla TARI. La prima delibera concerne la correzione di un errore esclusivamente materiale relativo ai coefficienti potenziali di produzione di rifiuti relativi alle sole attività economiche e non alle utenze ad uso domestico. La precedente delibera comportava un carico tributario sulle singole attività economiche per la parte variabile della TARI, relativamente all’anno 2014, non conforme alla normativa nazionale (così come prevede il comma 652, dell’art. 1 della legge 147/2013). Con la seconda delibera, invece, è stata autorizzata la richiesta di un acconto della TARI pari al 70% dell’importo relativo all’anno 2014 e che sarà versato in tre rate bimestrali a partire dal prossimo 30 luglio. La discussione in aula, condotta dall’assessore Vittorio Ros che ha sostituito l’assessore di competenza Guido Rossi assente per motivi di salute, è stata chiara ed esplicativa. Ros ha chiarito come “la tassa sui rifiuti, prima TARSU oggi TARI, non è mai stata richiesta e riscossa nell’anno di maturazione. Infatti, nei primi giorni del 2014 i cittadini aversani hanno ricevuto gli avvisi di pagamento relativi all’anno 2013 e così anche per gli anni addietro. Questo modus operandi dei Comuni italiani è dettato dal continuo succedersi di norme in merito che hanno modificato più volte la tassa sui rifiuti urbani. Non a caso e per questo motivo, il legislatore nazionale ha introdotto dal 2015 la possibilità di richiedere un acconto pari al 70% dell’anno precedente”. A chi ha evidenziato una presunta errata compilazione della tabella indicante i mq divisi per settore di attività delle imprese e professionisti aversani, Vittorio Ros ha spigato “la corretta compilazione della tabelle evidenziando come la colonna dei mq. per settori di attività fosse relativa alle autodenunce degli imprenditori e dei professionisti e che attività come quelle di friggitoria, hamburgheria, rosticceria ecc. evidentemente sono state denunciate non come tali ma come pub o ristorante o pizzeria ecc. come riportato in tabella”. “Una tale situazione – ha sottolineato Ros – non evidenzia certamente evasione ma soltanto l’indicazione dell’imprenditore di una certa attività rispetto ad un’altra, sempre però rientrante nello stesso settore merceologico”. Per rendere più chiara la cosa, Ros indicava come in tabella fosse anche richiamata la voce “stabilimenti balneari” e che a tele voce, giustamente” i mq. riportati corrispondevano a zero, vista la mancanza di specchi d’acqua in città. Nel corso del consiglio è stato anche lamentato, dall’opposizione, la mancata preventiva richiesta ai revisori del piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani. “Il controllo preventivo dei revisori – ha sottolineato ancora Ros – è disciplinato dalla Legge in modo chiaro e tassativo e sulla revisione sulle aliquote e le tariffe, prima TARSU e poi TASI, non è assolutamente richiesto”. A sostegno di ciò riportava in Aula il parere del Ministero degli Interni – Direzione Centrale della Finanza Locale espresso su un’identica questione sollevata da un Consigliere Comunale di Genosa (TA).

 

 

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