RECALE – Giovedì sera, nei locali della galleria di via Municipio, si è tenuto l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri di formazione politica estiva della “Gd summer school”, promosso dalla sezione “Pier Paolo Pasolini” dei Giovani Democratici di Recale.
L’incontro è stato aperto dal segretario dei Gd, Angelo Anemola, che si è soffermato sull’importanza di un nuovo protagonismo delle nuove generazioni «verso la politica e nell’impegno dentro le istituzioni, in una fase storica, in cui le amministrazioni pubbliche vengono colpite da tagli lineari da parte dello Stato centrale e da continue riforme istituzionali, che creano grossi sconvolgimenti negli enti locali in generale». Successivamente, la parola è passata ad Adriana Bruno (dottoranda di ricerca in Economia delle aziende pubbliche all’università di Salerno), che, rifacendosi al libro del sociologo Max Weber “La scienza come professione, la politica come professione”, ha esortato un maggiore impegno dei giovani in politica, la quale oggi appare più che mai lontana dalla gente. Richiamandosi anche a un passaggio del libro «vivere per la politica o vivere di politica», la Bruno ha fatto anche un collegamento filologico con la figura di Pier Paolo Pasolini, come modello da seguire per un maggiore impegno dei giovani nell’attivismo politico. Infine, a chiusura, l’intervento di Vincenzo Cappello (sindaco della città di Piedimonte Matese), che, inizialmente, fatto una panoramica sui provvedimenti amministrativi fatti dalla sua amministrazione nella propria città, come, ad esempio, una forte azione di rilancio della raccolta differenziata con il risultato che ha reso Piedimonte Matese la città dell’Alto Casertano con la percentuale di rifiuti differenziati. Poi, il sindaco si è soffermato sull’importanza della vicinanza degli amministratori e dei politici in generale ai cittadini e alle nuove generazioni, e in questo egli ha esortato i Gd recalesi «nel continuare nel loro attivismo politico». Infine, Cappello si è concentrato sul tema del forte disincanto della popolazione verso la politica in generale, dovuto maggiormente al sistema elettorale attuale; un sistema che premia persone lontane dai territori e che vivono di politica e non per la politica, e nel far ciò egli ha auspicato che «con la riforma della legge elettorale si riesca a frenare l’emorragia astensionista».