“Traffico di rifiuti, i soliti nomi che tornano. L’operazione della Dda di Firenze che ha portato nelle ultime ore all’arresto di imprenditori specializzati nello smaltimento e nel trasporto di rifiuti speciali, ha messo in luce la sopravvivenza di una filiera criminale, che risale alla fine degli Anni Ottanta, tra la provincia di Caserta e la Toscana”. Lo dichiara la senatrice Rosaria Capacchione del Pd, componente della commissione parlamentare Antimafia. “Tra i personaggi compaiono, infatti, Mariano Fornaciari e i fratelli Ventrone. Del primo – evidenzia la senatrice – aveva parlato il primo pentito delle ecomafie, Nunzio Perrella, già nel 1991. Grazie a lui, aveva raccontato il collaboratore di giustizia, aveva guadagnato 150 milioni di lire al mese. I Ventrone, invece, imprenditori di Maddaloni, compaiono negli atti d’indagine di numerose inchieste sul traffico di rifiuti gestito dai clan Belforte e Zagaria. Venticinque anni dopo le rivelazioni Perrella si scopre che quei rapporti criminal-commerciali non si sono mai interrotti. E’ più che mai necessaria, dunque – afferma Capacchione – un’anagrafe nazionale dei soggetti che gestiscono il traffico di rifiuti e l’interdizione degli stessi dal trattamento, a qualunque titolo, degli scarti industriali. Elenco che non può essere lasciato alla memoria di quanti, investigatori, magistrati, giornalisti, in tempi passati hanno incrociato quegli stessi nomi e quegli stessi sistemi”.

 

 

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