CASERTA – Tutti d’accordo nel chiedere e pretendere a Roma di non mortificare Caserta con candidati calati dall’alto a discapito di chi ha partecipato alle parlamentarie raccogliendo il consenso di migliaia di elettori. Partita ancora aperta sul nome di chi dovrà scendere in campo a Senato.
Come avevamo preannunciato, la direzione provinciale del Pd si è conclusa, in sostanza, con un nulla di fatto. Che tutti invocassero il rispetto del territorio era scontato. Ma la matassa delle opzioni resta ingarbugliata come e più di prima. Dopo l’assegnazione dei numeri di casacca, stabiliti ieri dalla direzione regionale, i candidati alle parlamentarie avrebbero dovuto esprimere la loro preferenza per essere nella lista della Camera (Campania 2) o in quella del Senato. Scelta non facile perché il posto da deputato è sicuramente garantito per i primi due classificati alle parlamentarie, mentre quello da senatore è a rischio.
Da qui il legittimo rifiuto di Nicola Caputo e Lucia Esposito, rispettivamente primo e secondo, di occupare il sesto posto della lista al Senato. Entrambi avrebbero accettato, se da Roma fossero arrivate ampie garanzie (da Bersani, per intenderci), la quinta posizione al Senato, che non riserverebbe brutte sorprese. Del resto un’eventuale esclusione di Caputo e Esposito, i più votati alle parlamentarie, farebbe davvero gridare allo scandalo e getterebbe alle ortiche la valenza democratica delle primarie. Non si capisce perché non debba essere Bersani a sacrificare qualche posto (e sono tanti) che si è riservato, salvaguardando chi ha avuto la credibilità di raccogliere un grosso consenso elettorale.
Quindi Caputo e Esposito hanno dato la disponibilità a candidarsi alla Camera, dove ci sarà anche Pina Picierno, terza alle primarie (che essendo under 40 non può far parte della lista per il Senato). In questo caso, il sesto posto al Senato dovrebbe toccare a Camilla Sgambato (quarta classificata alle parlamentarie). Se così fosse, Caputo occuperebbe il secondo posto alla Camera (che potrebbe diventare il sesto se Bersani piazzasse i suoi nomi nei primi quattro della lista), Esposito il sesto (che scalerebbe al decimo), Picierno andrebbe al decimo (che di fatto sarebbe il 14esimo).
Alla Sgambato spetterebbe al Senato il quarto posto, che potrebbe scendere all’ottavo se i nomi sicuri di Bersani occupassero le prime quattro posizioni. Ma l’orientamento nazionale, almeno a quanto si è appreso, è che al Senato i nomi designati dal segretario non dovrebbero occupare le prime quattro posizione, ma solo la prima e la seconda, con gli altri due nomi che andrebbero in ordine sparso. Quindi la Sgambato potrebbe ottenere la sesta posizione. Una graduatoria che garantirebbe a Caputo ed Esposito di dormire sonni tranquilli e di preparare già le valigie alla volta di Montecitorio. Mentre Picierno e Sgambato correrebbero seri rischi di restare a bocca asciutta.
Ma c’è un ma. Ed grande come un casa. Le liste saranno stilate dallo staff di Bersani. E non è escluso che per salvare la Picierno, molto ben vista a Roma, la Esposito possa essere spedita “manu militari” al Senato, col rischio di essere fatta fuori, mentre Picierno ritornerebbe in Parlamento passeggiando di nuovo sul velluto.
Mario De Michele