“La presidente del consiglio non è super partes”. Annamaria Dell’Aprivitola, capogruppo della minoranza di Carinaro nel cuore, è intervenuta su un fatto increscioso accaduto stamattina durante il terzo consiglio comunale dell’amministrazione Affinito. Oggetto della discussione era “la nuova convezione con la segreteria del comune di San Tammaro”. Dopo alcune delucidazioni chieste dal consigliere d’opposizione Giovanni Zampella spettava la parola a Dell’Aprovitola per affermare la propria dichiarazione di voto prima che si passasse alle votazioni vere e proprie. Ma la presidente Elisabetta Mauriello ha commesso uno scivolone poi evidenziato non solo dalla minoranza in consiglio ma anche dal segretario comunale Erica Liguori.

Inizialmente non voleva far esprimere Dell’Aprovitola e poi messa alla strette dalle rimostranze dell’opposizione ha concesso la parola come se avesse fatto un regalo di Natale. A questo punto l’ex sindaco ha invocato l’intervento del segretario per ricordare al presidente cosa prevedesse il regolamento. Finalmente concessa la parola al capogruppo Dell’Aprovitola ha espresso tutta la sua indignazione: “Non si può atteggiare come un Kapò nazista”. E il presidente di tutta risposta: “O moderi i toni o non la faccio parlare”. Ancora? Chapeau. Che pagina triste per la politica carinarese. “Reputo la tracotanza e l’arroganza di questa presidente del consiglio inaudita, inusitata e inopportuna e per quanto mi riguarda non è lei che querela me, può anche farlo, ma sono io che stento a riconoscerla. Quella parte di popolo che io rappresento non riconosce il principio di imparzialità e democrazia di questa presidente del consiglio”. Il commento di biasimo di Dell’Aprovitola. La dialettica politica e il civile confronto dovrebbero essere alla base di ogni momento istituzionale. Ma a Carinaro anche le cose basilari ultimamente stentano a realizzarsi.

Valentina Piermalese

 

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