Pietro Bernardo scende in campo in occasione delle elezioni amministrative di Caserta nella lista ‘Terra libera’, movimento diretta espressione del consigliere regionale Luigi Bosco. Esponente dell’associazione ‘La mia città’ e del comitato civico ‘Occorre cambiare’, il giovane candidato sembra avere già le idee molto chiare e propone due importanti progetti: la realizzazione dell’Istituto provinciale di scienze forensi e la centrale di sterilizzazione in outsourcing, per pubblico e privato, per la qualificazione e certificazione del prodotto a tutela della salute del cittadino. «L’Istituto provinciale di scienze forensi – afferma Bernardo – nasce dalla necessità di rendere disponibile alla giustizia elementi di elevata specializzazione tecnico-forense, garantendo elevati standard di comprovata aderenza alla letteratura scientifica più aggiornata ed acclarata. Tale progetto nasce dall’intuizione congiunta del gruppo medico legale ed antropologico forense di Caserta e da un gruppo di giuristi, di cui sono il promotore, con lo scopo specifico di far convergere le necessità delle scienze forensi con le esigenze lavorative di elevati profili professionali, assolutamente marginalizzati dal contesto lavorativo, e dai biechi profili di idee per il futuro dell’attuale classe politica casertana, lontana anni luce dagli interessi della collettività ed abbracciata e legata solo al sodalizio ferale della speculazione sui servizi essenziali al cittadino. Inoltre – continua Bernardo – stiamo immaginando un percorso di qualità in sanità relativo alla costruzione di una centrale di sterilizzazione in outsourcing, per pubblico e privato, per la qualificazione e certificazione del prodotto sterilizzato a tutela della salute del cittadino. Tale centrale garantirà lo svincolo del personale ospedaliero da mansioni gestionali e la destinazione congrua degli stessi alla cura del paziente piuttosto che dei beni strumentali. Ciò comporterà l’istituzione a livello regionale di un nuovissimo corso per operatori di sterilizzazione (Ost) senza considerare l’indotto occupazionale. Immaginiamo – conclude Bernando – di allocare le due strutture nella zona Pip, località San Benedetto».

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