I carabinieri di Caserta, su delega della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip, di alcuni lotti nell’area ex Saint Gobain a Casert nella disponibilità della società Pianta Global. Il provvedimento è stato disposto nell’ambito di attività investigativa che vede indagati per reati di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva Salvatore Capacchione, fratello della senatrice del Pd Rosaria imprenditore e all’epoca dei fatti, amministratori della Società Cooperativa Edilizia Re.no., alla quale era stato rilasciato un permesso a costruire per realizzare alloggi di edilizia residenziale convenzionata; l’ex sindaco di Caserta Pio Del Gaudio; il dirigente del comune di Caserta Carmine Sorbo e il direttore dei lavori Amato Folco. L’inchiesta è nata dai rilievi mossi dall’ana: l “L’istanza – scrive la procura – volta ad ottenere il rilascio del suddetto provvedimento a utorizatorio è stata caratterizzata da un iter procedurale particolarmente farraginoso e inconsueto, come evidenziato anche dall’autorità nazionale anti corruzione”. Il riferimento è aò permesso rilasciato il 28 maggio dal dirigente Sorbo del comune di Caserta. Nel 2010 – ricostruiscono i magistrati – c’era stata una prima richiesta della Società cooperativa parmense, che non aveva avuto alcun seguito. Successivamente la Cooperativa Re.No. poi confluita nella Pianta Global, nel 2013, presentava una mera integrazione alle originarie richieste di permesso a costruire. Secondo i magistrati il permesso a costruire non era conforme al Prg di Caserta e al Piano del Consorzio Asi ne tantomeno Sorbo, titolare al momento della firma di un altro settore, era il soggetto autorizzato a firmarlo. Sorbo, infatti, secondo quanto ricostruito dai magistrati ha ricevuto dal sindaco Del Gaudio la delega all’Erp solo il 29 maggio, il giorno dopo il rilascio del permesso a costruire. La Procura ipotizza poi quattro motivi di illegittimità : “In primis, infatti, il provvedimento autorizzatorio in esame – dando surrettiziamente per scontato che fossero ancora in vigore le norme derogatorie al P.R.G. del comune di Caserta e al piano A.S.I. della provincia di Caserta – ha del tutto trascurato che le zone riconducibili nell’ambito delle particelle ricomprese nei lotti El, E2, E3 ed F dell’area ex Saint Gobain, in base agli ordinali strumenti di pianificazione urbanistica (da ritenersi assolutamente vigenti) facessero parte delle A.S.I. (aree di sviluppo industriale) e, in quanto tali, fossero escluse dall’ambito di operatività degli interventi di sostituzione edilizia assentiti e facoltizzati dalla L. regionale n. 19/2009 e successive modificazioni e integrazioni. – Una seconda ed altrettanto grave censura, fa riferimento alla circostanza che, nell’area ex Saint Gobain di proprietà della Planta Global S.r.l., vi fosse un unico fabbricato preesistente – quello ubicato sulle particelle nr. 5150 e 5151- tra l’altro demolito prima dell’entrata in vigore del c.d. “Piano Casa”. Per tali quattro motivi, dunque, non sarebbe stata consentita l’attività di sostituzione edilizia assentita, atteso che, le leggi regionali più volte citate – compresa la L.R. nr. 5/2013 – consentono tale tipologia di intervento soltanto in presenza di ” immobili dismessi….”, per i quali ” in deroga agli strumenti urbanistici generali ” , sono consentiti interventi di sostituzione edilizia a parità di volumetria esistente, anche con cambiamento di destinazione d’uso. Terzo ed ultimo profilo di illegittimità è quello relativo alla considerazione che con il permesso di costruire nr. 46/2015 si sarebbero potuti autorizzare, al massimo – sulla base del P.P.E. – 140.000 me. Si deduce, dunque, che il limite massimo (quindi non superabile) assentibile per i 4 fabbricati da realizzare, sarebbe stato quello di 140.000 me. Tale volumetria doveva intendersi comprensiva sia del volume entro terra che di duello fuori terra. Invece, il Permesso di costruire n. 46/2015 del Comune di Caserta – correttamente interpretato – ha autorizzato, in realtà, ben 215.800 me, ovverosia, il 51 % in più rispetto alla massima volumetria assentibile. E’ evidente, dunque, che non è stato rispettato l’ulteriore requisito previsto dalla legge regionale Campania, ovverosia, quello della “parità di volumetria esistente”. Sulla base delle esposte considerazioni, avendo il permesso di costruire nr. 46/2015 autorizzato la realizzazione di 85.800 me. in più del consentito – si è determinato un notevole incremento del carico urbanistico, ad ulteriore testimonianza del configurarsi della realizzazione della fattispecie incriminatrìce della lottizzazione abusiva.” “A gennaio il Tar – secondo quanto riferiscono fonti della difesa all’Ansa – aveva esaminato l’iter amministrativo che aveva portato alla concessione del permesso a costruire e “aveva ritenuto nel merito più che legittimo l’iter che era stato seguito”.