GRICIGNANO – E’ uno dei pochi consiglieri comunali che si dimostra all’altezza di sedere tra i banchi del civico consesso di Gricignano. Gianluca Di Luise conferma le sue doti di amministratore locale, sempre puntale e attento a tutelare gli interessi della collettività. Anche nell’assemblea consiliare di ieri l’esponente dell’opposizione ha dato prova del suo valore. Ha presentato un’integrazione all’interrogazione consiliare dello scorso 17 luglio sulle “Procedure Amministrative e Progetto PON Sicurezza Misura 2.5”.

Ma più che una “semplice” integrazione si tratta di una dettagliatissima relazione che tocca tutte le tappe di una vicenda che presenta non pochi lati oscuri. E non ancora del tutto chiariti dalla maggioranza. Di Luise passa al setaccio il “caso”, sollevato da Campania Notizie (leggi l’articolo) della relazione dell’ex dirigente dell’Area Tecnica, Ernesto Palermiti, sul progetto “Legaliamoci il Domani”. Il consigliere di minoranza ricostruisce minuziosamente e con precisi riferimenti normativi la controversa vicenda e chiede che gli atti ad essa collegati siano sottoposti all’attenzione della magistratura. Nel mirino di Di Luise finiscono il sindaco Andrea Moretti e il suo vice Andrea Aquilante.

Il primo cittadino sarebbe “colpevole” di non aver vigilato sull’iter burocratico del progetto e di essersi circondato di “persone incompetenti”. Il vicesindaco invece si è reso protagonista, da quanto si evince dalla lettera di Palermiti, di episodi gravissimi sia dal punto di vista politico-amministrativo che penale. E proprio per i rilievi mossi di Luise chiede al segretario comunale di trasmettere gli atti all’autorità giudiziaria per far uscire la vicenda dal cono d’ombra sotto il quale è ancora nascosta. Insomma, la relazione presentata in consiglio comunale dal candidato sindaco di “Movimento Democratico” conferma ancora una volta come ci sia bisogno in assise di esponenti del calibro di Di Luise.

Mario De Michele

LA RELAZIONE DI GIANLUCA DI LUISE

“La presente relazione ha lo scopo di fornire un ulteriore supporto tecnico/interpretativo alla interrogazione consiliare presentata dal sottoscritto in data 17/07/2013 ed avente come oggetto “Procedure Amministrative e Progetto PON Sicurezza Misura 2.5”. Si è ritenuto utile iniziare con delle doverose premesse, data la vastità degli argomenti che si andranno a trattare e la quantità di avvenimenti cui si farà riferimento. È ampiamente noto che uno dei criteri ispiratori della riforma prevista dal D.Lgs. 267/2000 è il principio della separazione tra politica e gestione amministrativa dell’ente locale. Tale principio prevede che gli organi di governo debbano esercitare le funzioni di indirizzo politico- amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare e verificando, in primis secondo il principio di efficacia, la rispondenza tra risultati conseguiti dall’attività amministrativa e gli indirizzi impartiti, e di conseguenza, seguendo il principio dell’efficienza, le modalità adottate allo scopo di raggiungere tali risultati.

Spetta ai dirigenti, invece, l’adozione – in ampia autonomia ed indipendenza – degli atti e provvedimenti amministrativi, nonché la gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa dell’Ente, con lo scopo di seguire e, possibilmente, raggiungere il fine che sottende gli indirizzi politici-amministrativi dettati (così come sancito dall’art. 89 c.6 D.Lgs. 267/2000, e dall’art. 5 c.2 D.Lgs 165/2001). In definitiva, le figure politiche devono stabilire un piano e definire un programma, mentre le figure amministrative devono individuare le azioni concrete per l’attuazione di detto piano. Questo è quanto previsto dalla legge. Tutt’altro, purtroppo, è quanto verificatosi a Gricignano Di Aversa. Il punto di partenza (o di arrivo, a seconda della prospettiva di chi osserva) è la “relazione di fine mandato” redatta dall’ex dirigente dell’Area Tecnica, Ing. Ernesto Palermiti, che ha come fulcro proprio i rapporti tra politici e dirigenti dell’ente locale summenzionato. L’ing. Palermiti, in particolare, denuncia una pesante ed evidente mancanza di programmazione politica che desse il giusto indirizzo per supportare lo svolgimento delle complesse attività richieste dal Ministero in riferimento al progetto “Legaliamoci il Domani”, per la riqualificazione ai fini sociali di un bene confiscato alla criminalità organizzata.

In particolare, si sono cronologicamente susseguiti i seguenti “avvenimenti”: – Decreto Sindacale n.8 del 01/02/2013: il Sindaco attribuisce all’Ing. Palermiti le funzioni dirigenziali di responsabile di tutta la posizione organizzativa riguardante l’area tecnica, fino al 31/12/2013, prevedendo anche una riduzione delle ore lavorative settimanali (da 36 a 24); – Decreto Sindacale n.10 del 18/02/2013: il Sindaco rettifica il Decreto summenzionato, attribuendo all’Ing. Palermiti esclusivamente la responsabilità nel settore lavori pubblici, ed inoltre riducendo il periodo temporale di incarico di sei mesi, vale a dire fino al 30/06/2013; – Decreto Sindacale n.13 del 05/03/2013: Il Sindaco nomina nuovamente responsabile anche per il settore urbanistica l’Ing. Palermiti, riducendo ancora di ulteriori tre mesi il periodo di incarico per questa area specifica, portandolo al 31/03/2013. Già da una prima analisi degli avvenimenti riportati, risulta evidente che in soli 30 giorni il Sindaco si rende protagonista di un vero e proprio “pasticcio amministrativo”, confermando dapprima (01/02/2013) l’incarico all’Ing. Palermiti (ma riducendone il numero di ore lavorative), per poi dimezzarlo (18/02/2013) sia in termini temporali che in termini di mansioni e responsabilità attribuite ed infine (05/03/2013) aumentandone di nuovo i compiti e le responsabilità ma anticipando ulteriormente la data si scadenza dell’incarico per uno dei due settori di competenza.

Inoltre, emerge anche un grave errore formale da parte del Sindaco che, nell’ultimo dei tre Decreti sopra elencati, fa riferimento ad una Delibera di Giunta (la n.200 del 2009) decaduta, e quindi non utilizzabile come fonte giuridica per giustificare la suddivisione dell’area in due settori che addirittura erano stati accorpati in precedenza dalla commissione prefettizia. L’insieme di tutte queste fasi procedimentali, consistenti per la maggior parte in continue riduzioni in termini di risorse umane e di competenze ad essi attribuite, ha provocato la (triste) perdita del finanziamento PON sicurezza miusura 2.5 di € 568.755,50, per il quale l’Ing. Palermiti e l’intera commissione prefettizia si erano fortemente adoperati, anche in ragione dell’alto valore etico e simbolico (in termini di trasparenza, legalità e lotta alla criminalità organizzata) dell’operazione. Dall’altra parte, l’amministrazione, attraverso una nota del Sindaco datata 26/06/2013, risponde alla relazione dell’Ing. Palermiti affermando di aver commesso un errore nel riconfermarlo quale responsabile dell’Utc, e sferrando un contrattacco che fa riferimento ad “atti curiosamente inclini a sparire e riapparire periodicamente secondo convenienza di alcuno”. Questi sono i fatti. Passiamo ora alle considerazioni personali. Preferisco, per amor di ordine, partire dalla risposta del Sindaco alla relazione dell’Ing. Palermiti.

Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente (art. 50 D.Lgs. 267/2000), il Sindaco, quale figura di vertice dell’Ente Territoriale, può essere chiamato a titolo di colpa per non aver egli adeguatamente vigilato sulle attività dei preposti e/o monitorato tutte le diverse situazioni e problematiche che si prospettano quotidianamente nella vita dell’ente (c.d. culpa in vigilando) o per essersi circondato di persone non idonee o incompetenti (c.d. culpa in eligendo) per l’espletamento di funzioni anche di rilevanza penale: l’affermazione della sua responsabilità si basa quindi sulla accusa di aver agito con leggerezza, imprudenza o negligenza, più in generale per l’inosservanza di cautele doverose, e ciò anche quando ,di fatto, il sindaco organo avente funzioni di indirizzo politico amministrativo non poteva essere a conoscenza delle singole questioni di carattere pratico o gestionale come avviene nella generalità dei casi. In sostanza, l’organo di governo ha una sua responsabilità anche per la cattiva gestione del dirigente in quanto scatta la culpa in eligendo, in quanto se il dirigente si è rilevato non idoneo a gestire correttamente un determinato programma la responsabilità è anche di chi lo ha incautamente incaricato.

La cattiva politica può forse essere portata a ritenere tale sistema coma una sorta di assicurazione kasko, che la metta al riparo da cattive esperienze ritenendo che la responsabilità dirigenziale comunque condita da quella amministrativa farà sempre si che a pagare sia la burocrazia e non più la politica. Credo, anzi ne sono pienamente convinto, che quanto appena riportato possa bastare per considerare la “risposta” del Sindaco del tutto inadeguata e priva di validi riferimenti giuridici, ma evidentemente basata solo su rancori personali. Si potrebbe a questo punto argomentare sulla buona fede con la quale potrebbe avere agito il Sindaco, ma è giusto precisare che essa (da sola) mai può rappresentare il discrimine oggettivo della responsabilità. Inoltre, il concetto di buona fede non deve essere confuso con la colpevole ignoranza dei fatti e tantomeno con la pretermissione delle comuni regole di prudenza dell’agire amministrativo. Non è mia intenzione valutare l’opportunità della scelta fatta (revoca dell’incarico), mi voglio piuttosto soffermare sull’inopportunità del comportamento adottato, il quale ovviamente, lascia da parte ogni questione di merito.

Per ultimo, ma non per ordine di importanza, vorrei brevemente soffermarmi sulla figura del Vicesindaco in relazione all’intera faccenda. In particolare, nella sua relazione l’Ing. Palermiti fa più volte riferimento al Vice Sindaco in carica Arch. Andrea Aquilante ed al personale direttivo del circolo politico di cui quest’ultimo fa parte, con molteplici, chiare e pesanti accuse in capo a tali soggetti. L’Ing. Ernesto Palermiti denuncia a chiare lettere di aver subito pressioni da parte del vicesindaco il giorno immediatamente successivo alla fine delle competizioni elettorali, quando, sollecitato da un tecnico locale ed alla presenza di un altro consigliere comunale, si discusse di un suo procedimento sanzionatorio su un cantiere abusivo che vedeva la presenza di tale tecnico come figura professionale presuntivamente coinvolta. Episodio, quest’ultimo, di indiscutibile gravità non solo dal punto di vista politico, ma probabilmente anche sotto l’aspetto penale. Risulta quasi patetico, a questo punto, ogni tentativo di giustificazione sulla faccenda da parte del Sindaco e del Vicesindaco, in quanto il primo si è reso protagonista di gravi mancanze politico-gestionali ed il secondo è riuscito a fare anche di peggio, rendendosi protagonista di un episodio che mi rifiuto di commentare ulteriormente.

Conclusioni

Sarebbe secondo il mio modesto parere opportuno approfondire bene la questione per individuare colpe eventuali e responsabilità per tutto quanto precedentemente esposto. A riguardo, in considerazione della relazione presentata dal dirigente di settore Ing. Palermiti e dalle accuse in essa contenute nei confronti del Vicesindaco e considerato il ruolo del segretario comunale, invito quest’ultimo a provvedere con urgenza alla trasmissione della documentazione in discussione alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica, con assicurazione dell’adempimento, al fine di far valutare il possibile danno causato alla collettività e/o il possibile reato commesso. Se il segretario non intende assentire all’invito è opportuno che lo espliciti comunicando che non ritiene che vi siano gli estremi per farlo invitandomi a procedere autonomamente ove lo ritenga necessario al fine di valutare se sussistono profili di responsabilità in capo al segretario per l’omessa denuncia”.

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