Il “caso Sant’Arpino” approda sul tavolo del Partito democratico nazionale. La vicenda, riportata in anteprima da Campania Notizie (clicca qui per leggere l’articolo) è stata posta da Marco Follini all’attenzione del vicesegretario Enrico Letta, che ha assicurato di affrontare l’argomento con Pieri Luigi Bersani.

Dall’esito elettorale del seggio di Sant’Arpino, finora non reso pubblico perché l’urna è stata sigillata, potrebbero scaturire risultati in grado di modificare la graduatoria definitiva dei candidati alle parlamentarie del Pd in provincia di Caserta. Tra la quarta posizione utile per essere eletto in Parlamento, occupata da Camilla Sgambato, e la sesta di Stefano Graziano (al quinto posto c’è Dario Abbate) ci sono poco più di 200 voti di differenza. Mentre la Sgambato prevale su Abbate di sole 61 preferenze.

E poiché la platea elettorale del seggio di Sant’Arpino è di circa 600 votanti, ci sarebbero, almeno sotto il profilo numerico, i margini per stravolgere le posizioni che vanno dal quarto a sesto posto. Da qui la richiesta di Follini, di cui Graziano è un fedelissimo, di portare il “caso Sant’Arpino” all’attenzione dei vertici nazionali, con la velata minaccia di chiedere l’annullamento delle parlamentarie casertane.

Ovviamente anche la federazione provinciale del Pd è alle prese con questa brutta gatta da pelare. Stasera è previsto una riunione del comitato elettorale, presieduto da Paolo Persico, per trovare una via d’uscita. Sarà ascoltato anche il presidente di seggio per ricostruire tutta la nebulosa vicenda.

Sul tappeto ci sono diverse ipotesi: aprire l’urna che, ripetiamo è ancora chiusa, ed effettuare il conteggio delle schede; oppure non procedere allo scrutinio, lasciando Sant’Arpino fuori dal computo elettorale; o ancora (opzione remota) far rivotare gli elettori santarpinesi. Ma, anche dal clima che si respira nel Pd, qualunque soluzione adottata non impedirà i ricorsi al collegio di garanzia nazionale.

 

Mario De Michele

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