Cosentino non arretra di un millimetro e chiede di essere candidato anche a costo di spaccare il Pdl. A meno di 24 ore dalla consegna dei nomi proseguono a oltranza le riunioni a Palazzo Grazioli.
A Roma, mentre era in corso la riunione sulle liste, è arrivato anche Stefano Caldoro, per esporre il suo punto di vista e ‘tamponare’ Cosentino che – secondo alcune ricostruzioni- sarebbe arrivato a minacciare di ritirare una cinquantina di consiglieri locali a lui fedeli e far cadere decine di giunte. Ci sono poi gli altri candidati del Pdl campano “rimasti a casa”. Si tratta di ex parlamentari che – riferiscono fonti campane – avevano stretto “un patto tra gentiluomini con Cosentino”: il deputato casertano avrebbe dovuto perorare la loro causa nel corso del vertice di Palazzo Grazioli sulla base del “o tutti dentro o tutti fuori”. “Alla fine sta salvando soltanto sé stesso, tradendo il nostro gentlemen agreement”, spiega una fonte. Tra i campani non manca chi protesta, come Alfonso Papa o Mario Landolfi. Proprio Papa con una nota al vetriolo ha replicato a Berlusconi che in tv lo aveva di fatto già escluso: “Non intendo ritirare la mia candidatura – scrive – Sia Silvio Berlusconi e solo lui ad assumersi una tale responsabilità di tipo politico, culturale e storico”.