CASERTA – “La sentenza con la quale il tribunale del Riesame ha respinto l’istanza di libertà per Nicola Cosentino contiene più spunti di sociologia politica che elementi di diritto”. Così i senatori del Pdl Vincenzo D’Anna, Pietro Langella e Antonio Milo commentando la decisione del tribunale del Riesame di Napoli di rigettare l’appello presentato dai difensori dell’ex deputato del Pdl per la revoca della misura cautelare scattata lo scorso 15 marzo.

Per D’Anna, Langella e Milo “gli elementi fattuali e giuridici in base ai quali si è deciso di confermare il carcere per l’ex parlamentare del Pdl” sono “pochissimi, per non dire inesistenti, nel mentre sempre più preponderanti appaiono le considerazioni di carattere politico”. Cosentino, proseguono, “resta in carcere per i suoi legami non già con la criminalità organizzata, quanto con i sindaci e gli amministratori locali che continuano a garantire al Popolo della Libertà un eccellente risultato elettorale”. Particolarmente grave, ribadiscono ancora i senatori del Pdl “é stata ritenuta, infatti, la presenza degli amministratori e dei politici alla conferenza stampa dell’ex sottosegretario e tanto basterebbe per comprovare il paradigma illogico che il potere politico di Nicola Cosentino possa trasformarsi in potere messo a disposizione dei clan camorristici”. “Senza uno straccio di prova, nel mentre in tribunale si svolgono i processi per accertare la verità delle accuse mosse contro Cosentino – sottolineano – a questi viene negata la possibilità di potersi difendere da uomo libero per il solo fatto che tuttora gode di stima e considerazione all’interno del partito che per anni ha organizzato e guidato in Campania. Il caso ormai travalica la vicenda personale e mette a nudo lo stridente conflitto tra l’ordine giudiziario ed il potere politico che è ritenuto apoditticamente criminogeno soprattutto quando si traduce in consenso per il Pdl”.

 

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