Come assurto alle cronache, il 13 luglio scorso sono accaduti dei fatti delittuosi che hanno portato la frazione di Pescopagano, insediamento posto a cavallo tra i Comuni di Mondragone e Castel Volturno, alla ribalta nazionale con anche la presentazione di interrogazioni parlamentari e – addirittura – la convocazione del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica a Caserta alla presenza del Ministro degli Interni On. Angelino Alfano. Assunto assurto Per quanto di tragico accaduto, un comune cittadino è tentato dal pensare che la politica si sia mossa immediatamente per affrontare le cause che hanno portato a tanto. Invece no! Nulla di tutto questo. La maggioranza che regge le sorti amministrative della città, con a capo i cosiddetti ribaltonisti Cennami e Schiappa, tutto ha fatto tranne che avviare un percorso condiviso che andasse al di là delle diverse posizioni presenti in Consiglio comunale per approdare a delle scelte politiche che potessero dare, se non proprio nell’immediato almeno a breve scadenza, le giuste risposte a quei problemi che affliggono il quartiere di Pescopagano. Abbiamo assistito in questi giorni a degli incontri romani e casertani che per la politica locale sono apparsi più delle passerelle che l’affrontare i problemi. L’opposizione consiliare, pur con tutti i suoi limiti e con la sua parte di responsabilità, ha cercato di portare all’attenzione dell’Assise comunale, ancora una volta, il problema Pescopagano chiedendone una convocazione straordinaria che potesse – quanto meno – cominciare ad affrontare nel concreto i problemi.

Per tutta risposta il Presidente del Consiglio comunale Marquez ha assurdamente e, per certi versi, “candidamente” ammesso che le ferie dei Consiglieri comunali di maggioranza vengono prima della questione Pescopagano. Presidente che ha smesso ben presto di vestire gli abiti propri della funzione super partes, per assumere un ruolo che sembra man mano assomigliare sempre più alla terza gamba del duo Cennami/Schiappa. Il sindaco Schiappa invece, sempre più pervaso dal suo fatuo metodo mediatico, il quale prevede solo rappresentazioni astratte della complessa comunità che amministra, non fa altro che cercare vetrine nazionali a cui appoggiarsi per un supposto luminoso suo futuro politico che potrebbe pur legittimamente starci, ma non certamente a discapito dell’interesse collettivo. Sindaco che non ha ritenuto e non ritiene opportuno riferire all’espressione massima della politica cittadina, qual è il Consiglio comunale, cosa sia effettivamente successo la sera del 13 luglio a Pescopagano, cosa effettivamente abbia prodotto l’incontro con il Ministro degli Interni e quale sia la visione della sua amministrazione, al di la della tanto sbandierata Bandiera Blu che, in ogni caso, non è opera sua. Niente di tutto questo.

Per il primo cittadino conta solo l’approccio diretto con il Ministro, il quale – tra l’altro – scevro da ogni conoscenza della realtà locale ha dichiarato, con nonchalance disarmante, che l’assessore dimessosi a causa della questione Pescopagano non è comunque del suo partito! Infine abbiamo il Partito Democratico che, richiamando sempre più a sproposito i temi della legalità e della trasparenza, è molto più preso a sfogliare la margherita per la nomina del nuovo assessore, in sostituzione della dimissionaria vice sindaco Anna Barbato, che non su cosa fare per Pescopagano. E poiché l’accordo al proprio interno non è stato ancora raggiunto ecco che la discussione su quanto accaduto deve essere “obbligatoriamente” procrastinata a fine mese! Ci troviamo, dunque, in una situazione di totale chiusura per qualsiasi tipo di confronto della maggioranza nei confronti non tanto e non solo della minoranza ma, soprattutto, verso l’intera cittadinanza, la quale assiste sbigottita a questi atteggiamenti.

Giuseppe Piazza

Consigliere comunale

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