SAN FELICE A CANCELLO – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Pd di San Felice a Cancello sul consiglio comunale del 15 gennaio. “Il 15 Gennaio scorso si è tenuto il tanto auspicato Consiglio Comunale in cui il Presidente era obbligato dalla Prefettura di Caserta a deliberare – insieme all’intero Consiglio – la decadenza dalla carica dell’attuale sindaco.
Ricordiamo che la condanna che ha indotto detta deliberazione è divenuta irrevocabile il 19 Luglio 2012 ed il Prefetto ha comunicato al Presidente del Consiglio Comunale – che in virtù della sua carica elegge il proprio domicilio presso la sede del comune – il 22 Novembre scorso così come appare dal protocollo n. 12319/2012 della posta in arrivo al Comune.
L’inconcludente risultato del Consiglio Comunale porta a due considerazioni: o il Prefetto – palesando una sua incompetenza – con la richiesta di dimissioni sta tartassando malevolmente il Sindaco E. Nuzzo, oppure è il Presidente del Consiglio Comunale – insieme allo stesso Consiglio – che procrastinando la decadenza del Sindaco mostrano la loro incompetenza a governare un paese, un’incomprensibile irresponsabilità, (ricadrebbe su di loro l’eventuale omissione di un atto d’ufficio) oltre ad una presa in giro della cittadinanza tutta e del Prefetto in primis che a questo punto apparirebbe come incapace di far rispettare le leggi.
Dopo questo consiglio la figura del Sindaco oscilla tra quella un perseguitato (dal Prefetto) ed uno scaltro, mentre quella del Prefetto tra quella di un incompetente (che perseguita il Sindaco) ed un’ininfluente autorità (con tanti saluti da parte del Presidente del Consiglio Comunale)
Il PD non ritiene accettabile questo stato di indeterminazione e sollecita una definitiva soluzione che eviti alla popolazione l’ingovernabilità del proprio paese in attesa di interpretazioni “cicero pro domo sua”.
In un paese civile, assistere ad uno spettacolo di questo tipo, è indecoroso. Esistono regolamenti e istituzioni amministrative atti a farli rispettare senza dover porre il cittadino costantemente nelle condizioni di dover ricorrere alla magistratura.
In conclusione: chi dei due, tra Prefetto e Sindaco, deve andarsene a casa?”