PIEDIMONTE MATESE – “L’amministrazione Cappello deve dare “una risposta con forma e sostanza seria ai problemi sollevati, perché nella democrazia la forma è sostanza, e nel comportamento “mediatico ricevuto”. Sinistra Democratica, con un nuovo intervento del consigliere comunale Ranieri Vitagliano, non demorde sulla questione del servizio integrato idrico invitando e sollecitando nuovamente la giunta a riesaminare, e trovare soluzioni, sulla questione della restituzione dei soldi agli utenti per il mancato o insufficiente funzionamento del depuratore.
Ranieri Vitagliano accetta la “lezione scolastica” ma ribadisce che le scelte del comune in merito sono insufficienti :si scusa per quello che ha chiamato “il refuso” nella redazione dell’interrogazione con i riferimenti a provvedimenti della corte costituzionale ed alla corte di cassazione, circostanza che ha dato adito al sindaco Vincenzo Cappello di parlare di “confusione” spiegando i ruoli di questi organi istituzionali. Così rilancia la tesi della applicabilità della sentenza assunta dalla “Cassazione” nel caso tra comune di Milano ed istituto medico. “Si è constatato- scrive Vitagliano- che il riscontro alla nota dello scrivente del 13/08/2012 sia avvenuta non nelle democratiche, forme della collaborazione e dei consueti canali istituzionali ma attraverso siti, blog ed organi di stampa allo scopo di creare una qualche forma di gogna mediatica a carico di chi, svolgendo il proprio ruolo di opposizione costruttiva in virtù di mandato elettorale, ha osato chiedere al Primo Cittadino informazioni su un tema particolare che riguarda i cittadini tutti e soprattutto le fasce deboli. Detto ciò- prosegue- si accetta di sana pianta la lezione scolastica ricevuta dal primo Cittadino, in ordine ai diversi ruoli tra i massimi Organi di Giurisdizione italiana, anche perché si è convinti di tanto in ragione del fatto che il Primo Cittadino, prima ancora di essere Sindaco sia stato (e lo è ancora) affermato Avvocato e profondo conoscitore delle Leggi. Solo per tranquillizzare il Sindaco e chi ha avuto la sventura di leggere la “insana istanza” rettifico la parte della comunicazione dedicata all’intervento della Corte di Cassazione in questa materia, atteso che per refuso di compilazione di stampa è stato tranciato di netto il riferimento che la Corte di Cassazione ha fatto alla precedente sentenza della Corte Costituzionale, e pertanto il periodo “incriminato” va letto in questo modo:La Corte di cassazione – Sezione III civile – Sentenza 15 febbraio – 12 aprile 2011 n° 8318 ha CONFERMATO QUANTO GIA’ CHIARAMENTE AVEVA STABILITO LA CORTE COSTITUZIONALE CON SENTENZA N. 335/2008 LA QUALE AVEVA dichiarato l’illegittimità costituzionale della pretesa di corrispondere la quota di tariffa riferita ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione laddove siano temporaneamente inattivi e in presenza di lavori di manutenzione.Le parti in Maiuscolo e Grassetto sono, ovviamente, quelle oggetto di soppressione nella digitazione del file. Resta il fatto- sottolinea l’esponente di Sinistra Matesina- che “il merito” della questione sia particolarmente importante perché la sentenza della Corte di Cassazione del 2011 ha messo la parola fine nei confronti degli Enti, come il Comune di Piedimonte Matese , che facendo invocazione impropria della legge 13/2009 tentano di non restituire il maltolto ai cittadini. Infatti i Comuni (nella condizione similare a quella di Piedimonte Matese) e che hanno fatto ricorso strumentale alla legge 13/09, non possono invocare tale legge ritenendo che i soldi della quota tariffaria, comunque dovuti, sarebbero serviti a finanziare la realizzazione (nel caso della sentenza 8318/11, trattavasi di finanziare il “Piano di ambito” , ma il concetto è il medesimo).Infatti spiega la Corte di Legittimità con ragionamento chiaro persino ai fanciulli e forse ad uno studente in itinere come lo scrivente che “non si può obiettare che la corrispettività fra la suddetta quota e il servizio di depurazione sussisterebbe comunque, perché le somme pagate dagli utenti in mancanza del servizio sarebbero destinate, attraverso un apposito fondo vincolato, all’attuazione del Piano di ambito, comprendente anche la realizzazione dei depuratori”.Ma poiché i costi sono stati richiesti prima del funzionamento ci si potrebbe trovare alla ignobile situazione per la quale, il contribuente ben potrebbe, in un prossimo futuro, trasferirsi altrove, motivo per cui non si comprende perché costui debba pagare in anticipo un servizio di cui potrebbe non usufruire. Valga invece il vero, il Comune dovrebbe chiedersi come risolvere SERIAMENTE il problema anche concertando forme restitutorie che non destabilizzino le già compromesse casse comunali, eventualmente intervenendo sulle tariffe prossime e sulle agevolazioni concedibili, non senza mancare di rilevare che i problema del depuratore sia ancora attuale e che da un’accurata indagine si verificherà se il problema sia stato temporaneo ovvero sia permanente: in quest’ultimo caso davvero ci si troverebbe davanti ad una tragedia senza rimedio: per tutti, e prima di tutti per i piedimontesi che pagano e che dovranno pagare.Si dia una risposta con forma e sostanza seria ai problemi sollevati, perché nella democrazia la forma è sostanza, e nel comportamento “mediatico” ricevuto, di formale e di equilibrio istituzionale se ne è visto davvero poco”.