CASERTA – Salvo sorprese, che nel Pd sono sempre dietro l’angolo, il 17 giugno si terrà l’assemblea provinciale. Il presidente Arcangelo Correra ha disposto la convocazione dell’organismo, e in queste ore partiranno le comunicazioni ufficiali per chiamare a raccolta i componenti. Scatta l’ora x, quindi, per i Democratici di Terra di Lavoro da mesi alle prese con una sanguinaria guerra tra correnti.

Il principale bersaglio delle critiche è stato Ludovico Feole, di fresca trombatura alle elezioni comunali di Roccamonfina. Un’ampia schiera di dirigenti ne ha apertamente contestato la legittimità a ricoprire il ruolo di segretario facente funzione, dopo le dimissioni di Dario Abbate. Ma Feole, in barba a tutto e tutti, è rimasto saldamente ancorato alla poltrona. Ora però è solo questione di giorni.

Il 17 giugno ci dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) una svolta. Quale sarà la via d’uscita non è facile prevederlo. Sul tappeto c’è più di un’ipotesi. E tutto dipenderà dallo spirito più o meno battagliero delle diverse anime del Pd, sempre più frastagliate e suddivise in sottocorrenti. Grosso modo sono tre gli schieramenti in campo: da un lato, c’è l’area Graziano-Abbate; dall’altro, quella dei caputiani e dei renziani; in mezzo ci sono Lucia Esposito, Camilla Sgambato e i fratelli Cappello. Pina Picierno parteggia per Caputo e Marino, mentre Rosaria Capacchione è più vicina a Graziano e Abbate.

Insomma, è un partito diviso in tre tronconi. E come avviene in questi casi, chi sta al centro rappresenta l’ago della bilancia. In partito così frammentato sarà possibile ritrovare il bandolo della matassa? E’ quello che auspica Arcangelo Correra. “Chi si presenterà all’appuntamento del 17 giugno lancia in resta avrà come unico obiettivo quello di distruggere il Pd. non è più tempo di litigare e dividerci – osserva il presidente dell’assemblea -, è giunta l’ora di confrontarci sui contenuti per prepararci al congresso che si dovrebbe tenere entro quest’anno. Solo ritrovando la via dell’unità potremo rilanciare la nostra azione politica, che negli ultimi mesi è venuta a mancare”.

La soluzione? “Il problema – risponde Correra – non è individuare questo e quello per traghettare il partito al congresso, ma tracciare un percorso politico condiviso per recuperare consensi e credibilità. Dobbiamo costruire una casa comune e smetterla di giocare al massacro, altrimenti il Pd casertano non ha futuro”.

Sull’accordo Pd-Pdl a Mondragone e sui tentativi di intesa in altre città, tra cui Maddaloni, il presidente dell’assemblea taglia corto: “L’accordo tra noi e il partito di Berlusconi è innaturale. Strumentalizzare l’accordo nazionale, dovuto a un contesto storico, politico e sociale irripetibile, è un grave errore, che disorienta la base del Pd, soprattutto in vista del congresso provinciale. Siamo in una fase delicata – conclude Correra -, in cui serve chiarezza. Gli inciuci a livello locale non aiutano il rilancio del partito casertano”.

Mario De Michele

 

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