Insediata la direzione provinciale del Partito Democratico di Caserta. Ieri sera, presso l’Hotel Europa di Caserta, si è tenuta la prima riunione della direzione provinciale del Partito Democratico di Terra di Lavoro.
Numerosi gli interventi da parte dei convenuti che hanno messo in evidenza le varie problematiche all’ordine del giorno della Provincia di Caserta, a partire dalla discussione sui temi del governo nazionale e sulla prossima tornata elettorale delle amministrative che vedrà andare al voto importanti realtà comunali come Aversa, Castel Volturno e Mondragone.
“Una discussione franca – spiega il segretario provinciale del Pd Dario Abbate – che pone le varie anime del partito in un atteggiamento che vede prevalere l’unitarietà del Pd casertano di fronte alle nuove ed impellenti sfide che il partito si troverà ad affrontare da qui a poco. L’augurio è che questo clima, sicuramente costruttivo, possa continuare, al fine di dare maggiore impulso al processo di ricostruzione del Partito Democratico in tutto il territorio casertano”.
Lanciata la conferenza programmatica dei democratici casertani che si terrà il 2 e 3 febbraio 2012 e approvata la proposta del segretario di costituire 5 gruppi tematici di lavoro su: trasporti, intermodalità e logistica; sanità; scuola e cultura; crisi industriale e lavoro; sicurezza e legalità. Durante i lavori è stata approvata la mozione presentata dal componente del direzione Gennaro Falco sulle problematiche relative al Consorzio di Bonifica Basso Volturno. Approvate, inoltre, alcune regole esplicative relative alla campagna di tesseramento in corso.
Di seguito la relazione presentata dal segretario Dario Abbate:
“Cari democratici e democratiche,
insediamo finalmente un organismo fondamentale per completare quel processo di normalizzazione del Partito Democratico in provincia di Caserta.
Insediamo questa sera un organo nel quale la dialettica interna possa correttamente accendersi, nel quale le varie anime del Partito possano confrontarsi serenamente, con lealtà, con rispetto, con riconoscimento reciproco, con la consapevolezza che questo è il luogo nel quale si realizza la vera condizione d’essere del Partito, il luogo dell’ascolto.
Ho già detto che l’assenza del luogo di confronto, non sovrapponibile con le altre funzioni di governo, statutariamente previste, ha rappresentato per il PD della provincia di Caserta un deficit grave, una carenza alla quale porre necessariamente rimedio.
Con la riunione di stasera avviamo quel processo che ci porterà a recuperare il terreno perduto e a rimettere in campo una organizzazione al pieno servizio della società casertana e dei progressisti, un Partito che diventi realmente terreno di elaborazione politica solidale nel quale idee diverse trovano la loro sintesi.
Torniamo dunque alla discussione, dopo un quadriennio di abbagli e pastrocchi, di interessi privati smerciati per bene pubblico.
Non sarà un lavoro facile, lo dico con franchezza!
Lo dimostra il nostro dibattito interno delle ultime settimane, per la verità un po’ avvilente, inconcludente, teso più alla ricerca di una sterile contrapposizione che alla ricerca di una proposta politica di grado di offrire prospettive alle numerose emergenze della provincia di Caserta.
Lo dimostrano gli atavici conflitti e le diatribe regolamentari che ancora residuano in alcuni circoli della provincia di Caserta e in mezzo a noi, lo dimostrano la sussistenza di interessi di chi ancora si attarda a definirsi una parte, il prevalere all’interno di questa parte degli interessi individuali legati alle ambizioni, il prevalere di interessi settoriali su quelli generali, questioni che fanno perdere a tutto il partito Democratico l’autorevolezza che è richiesta alla prima forza politica del paese.
Avviamo invece ad una discussione seria, puntuale, riflessiva e propositiva.
Torniamo ad essere partito.
Stasera abbiamo una prima occasione e quello che chiedo a tutti.
Torniamo ad essere un partito unito come abbiamo dimostrato di essere partecipando in massa alla grande manifestazione di piazza San Giovanni.
Ben dodici pullman di democratici e democratiche hanno consentito alla delegazione casertana di essere una delle più numerose del sud Italia.
Tanti hanno risposto con passione ed entusiasmo alla mobilitazione indetta da Bersani per dare la spallata finale al governo Berlusconi.
Un mio grazie personale, perciò, va a quanti hanno reso possibile che la nostra partecipazione fosse così massiccia.
Un grazie ai coordinatori di circolo per il loro impegno e all’organizzazione del partito per lo sforzo compiuto.
Torniamo ad essere un partito. Non è un’impresa ma un obiettivo alla nostra portata per realizzare il quale è indispensabile il sostegno leale di quanti hanno a cuore il destino comune e il bene del partito democratico.
La direzione di questa sera è dunque la prima occasione per mettere in campo una discussione serena, corretta, leale.
A partire dall’attualità politica.
Le dimissioni di Silvio Berlusconi dopo l’approvazione parlamentare dell’emendamento alla legge di stabilità e l’incarico di formare un nuovo governo conferito dal presidente della repubblica al senatore Mario Monti hanno determinato un improvviso cambiamento del quadro politico nazionale, allo stato incerto negli esiti, ma che in ogni caso potrà condurre nelle prossime settimane ad una radicale trasformazione della nostra prospettiva politica.
La svolta impressa alla situazione politica dalla caduta di Berlusconi può infatti aprire da un lato una fase costituente, nella quale le forze politiche guardino oltre i propri interessi elettorali di breve termine e portino a compimento una serie di riforme strutturali, assumendosene la responsabilità e spiegando ai cittadini il senso dei sacrifici da affrontare.
Dall’altro, se così non fosse, se considerazioni elettoralistiche dominassero l’agenda, la rottura con l’immobilismo dell’esecutivo uscente sarebbe meramente di facciata, e il suo effetto benefico di scarsa durata. In tal caso le elezioni politiche generali sarebbero dietro la porta.
Il Partito Democratico, al pari di tutti i partiti italiani, è al bivio: o speculare sulla situazione generale sperando nella quasi certa vittoria elettorale o si assume la responsabilità di contribuire al tentativo di mettere in campo un processo ricostituente.
Sul punto Bersani è stato chiaro: prima viene il Paese, la salvezza del paese. Prima occorre riavviare un processo di crescita che ci tiri fuori dal preoccupante ristagno in cui indugiamo da parecchi anni, ma senza compromettere le sorti dei più deboli e garantendo l’equità e la solidarietà.
Occorre anche in questa provincia trasmettere messaggi che infondano anche ottimismo, ma soprattutto sicurezza e fiducia, serietà nel nostro agire politico e sociale, rigore, senso del dovere, gusto del lavoro ben fatto.
Ciò impone al Partito Democratico, ad ogni livello, anche in provincia di Caserta, un lavoro che sia all’altezza delle questioni in campo.
E’ indispensabile, cioè, che ognuno, dall’alto o dal piccolo del suo ruolo, faccia la sua indispensabile parte. Occorre il concorso attivo e l’assunzione di responsabilità e la condivisione di tutti dal semplice militante ai nostri deputati regionali e nazionali.
Anche in provincia di Caserta è indispensabile che il partito democratico dimostri la sua maturità individuando le sue priorità e pianificando le sue strategie, come del resto abbiamo tentato di fare in queste settimane, nelle numerose iniziative che con il concorso di tutti abbiamo realizzato, nei circoli e nella nostra sede, iniziative che hanno visto il partito confrontarsi sui tema della scuola, della emergenza rifiuti, sulle esigenze degli enti locali.
L’autorevolezza dei nostri dirigenti e dei nostri rappresentanti nelle istituzioni è fuori discussione, ma dal mio punto di vista e per le cose dette conterà il peso effettivo che avranno alcune scelte del partito.
Occorre dicevo che il Partito democratico pianifichi le sue strategie.
A partire da quelle che intenderà proporre ai tanti cittadini della provincia di Caserta che nella prossima primavera andranno ad eleggere i loro nuovi sindaci in importanti città.
Qui, sul tema delle elezioni amministrative, la proposta del PD deve essere chiara e netta come stiamo facendo ad esempio per il Comune di Aversa: lì partendo dalla consapevolezza del fallimento di dieci anni di amministrazione della destra, stiamo lavorando e vogliamo lavorare per offrire ai cittadini di quella città lo spazio di una politica consapevole delle sue responsabilità, della sua autonomia e anche del suo limite, che assuma su di se il compito della ricostruzione morale e civile, una politica che sia in grado di offrire una netta discontinuità con il passato e sappia proporre una visione di governo il più rappresentativa possibile.
Ed è per questo motivo che ad Aversa, di concerto con il gruppo dirigente del locale circolo, abbiamo proposto un’alleanza dei progressisti, dei riformisti e dei moderati, un patto di governo per la città, insomma un patto per la città aperto a quelle forze politiche progressiste e moderate, ma anche a quelle numerose esperienze civiche che animano il dibattito pubblico di Aversa.
Questa dunque è e resta la nostra proposta per il governo delle città: un’alleanza dei progressisti e dei moderati per rendere possibili governi di responsabilità.
Sappiamo che questa proposta è una sfida per tutti, Partito Democratico, SEL, IDV, Partito Socialista, Verdi e ci impegna notevolmente. Il Centrosinistra è alla prova della sua credibilità e deve dimostrare tutta la sua autorevolezza ed affidabilità.
Una sfida, dunque, per il centrosinistra della provincia di Caserta con il quale abbiamo ripreso in queste settimane il tavolo del confronto per la costruzione di proposte comuni, ma anche per quelle forze moderate e di centro che guardano ancora con incertezza ma con favore e curiosità al progetto del nuovo Partito Democratico in provincia di Caserta.
Beninteso, per dirla alla Bersani, noi non strattoniamo nessuno.
Ma è evidente che la disgregazione in atto nel PDL della provincia di Caserta e in Campania, disgregazione che potrebbe accentuarsi nei prossimi mesi quale effetto della caduta del governo Berlusconi, rafforzerà la credibilità di una possibile alleanza, ad ogni livello, tra forze progressiste, e moderate che condividano una piattaforma programmatica sulle grandi emergenze di questa provincia nei settori della sanità, della scuola, della sicurezza e della legalità, dei servizi locali, del trasporto pubblico che si sta bloccando, dei servizi sociali.
Propongo perciò che questi Patti per le Città siano estesi in tutte le realtà, grandi e piccole, nelle quali nella prossima primavera si andranno a rinnovare i consigli comunali con l’obiettivo di rendere omogenea l’azione delle alleanze sui nostri territori.
Occorre, in questa ottica, individuare le priorità programmatiche sulle quali deve accentuarsi lo sforzo del partito Democratico in provincia di Caserta e di tutto il centro sinistra.
Abbiamo accolto con favore la volontà di tutte le forze della coalizione di centro sinistra di dare vita al Coordinamento delle rappresentanze istituzionali e, in provincia, al coordinamento delle forze di opposizione la cui responsabilità sarà affidata al nostro capogruppo alla provincia.
L’obiettivo che ci poniamo è quello di ridare centralità alle questioni nodali della provincia di Caserta obiettivo che richiede una rinnovata forza programmatica del PD e un’affermazione più netta della vocazione ad essere forza di governo, momentaneamente all’opposizione.
Su questo tema sarà determinante il ruolo dei nostri parlamentari regionali e nazionali perché si modifichi radicalmente l’agenda politica del governo nazionale e regionale verso la provincia di Caserta.
Ciascuno di noi ha la tragica certezza che il divario tra le aree depresse è aumentato, che il Sud è sempre più distante dal resto d’Europa. In tale contesto il ruolo della provincia di Caserta nell’ambito regionale appare ancor di più marginale e il suo futuro sempre più incerto e offuscato.
Il desolante risultato dell’azione del governo verso la provincia di Caserta è sotto gli occhi di tutti ed è dovuto anche e soprattutto al fallimento o se volete all’inesistente ruolo avuto dalla delegazione dei parlamentari regionali e nazionali del PDL eletti nella provincia di Caserta.
A fronte dei vincoli imposti dalle leggi finanziare e di bilancio, i parlamentari del centro destra hanno assunto atteggiamenti di supina rassegnazione senza mai neppure tentare di porre argine alla appropriazione dei Fondi FAS per ventotto miliardi di euro destinati al mezzogiorno e spesi al Nord.
Molti di quei fondi erano destinati ad opere infrastrutturali per la provincia di Caserta e nessuno dei dieci parlamentari del PDL ha avuto il coraggio di far sentire la propria voce e quella della terra che pure rappresentano.
Restano perciò sul tappeto le drammatiche emergenze della provincia di Caserta che investono ogni settore:
• quello dei Comuni che sono strangolati non avendo ottenuto né la copertura dei decreti sulla base dei quali avevano indetto le gare di appalto né il rimborso dei ratei di muto della legge 51/78 come abbiamo avuto modo di denunciare nel corso dell’incontro tenutosi con il neo presidente regionale dell’ANCI;
• dei trasporti sia su ferro che su gomma che hanno già subito il taglio del 25% con conseguente contrazione dei servizi in molte aree della provincia, prima fra tutte quella dell’alto casertano che si è vista notevolmente penalizzare dalla soppressione di molte corse della Ferrovia Alifana, con gravi danni alla locale economia come denuncia in ogni sede il sindaco di Piedimonte Matese;
• il piano provinciale dei trasporti è ancora una mera chimera mentre centinaia di dipendenti dell’ACMS continuano ancora a rischiare di perdere il loro posto di lavoro;
• quello dell’ambiente, delle bonifiche ambientali (sempre più necessarie considerate le ultime scoperte delle forze dell’ordine) e più in generale quello del ciclo integrato dei rifiuti che continua a vivere una fase di persistente emergenza. E questa sera non possiamo esimerci dal denunciare il fatto che, a poco meno di due mesi dalla definitiva entrata in vigore della Legge 26/2010 e quindi del trasferimento delle competenze sul servizio integrato dei rifiuti (raccolta, spazzamento, smaltimento, TARSU) dai Comuni alla Provincia, Regione e provincia non abbiano ancora chiarito come intendono uscire dalla situazione di perenne emergenza. Sul tema, l’azione di contrasto del gruppo consiliare PD alla provincia è stata incalzante e meritevole di sostegno. E’ evidente, tuttavia, che una mera azione di contrasto risulta insufficiente per una grande forza di opposizione se non accompagnata dalla elaborazione di una proposta alternativa come sta tentando di fare il Partito Democratico partendo dalla recente riunione tenutasi, con successo, presso la nostra sede provinciale ove abbiamo rimarcato la nostra contrarietà al trasferimento delle competenze sulla raccolta e spazzamento dai comuni alla società provinciale, e la nostra contrarietà all’affidamento ad una società privata delle funzioni di accertamento e riscossione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti;
• quello della sanità che continua ingiustificatamente a essere commissariata e ad essere ancorata a scelte che indicano un chiaro privilegio per le clientele, per i centri convenzionali e le case di cura private a detrimento della sanità pubblica. Su questo tema, credo di poter condividere un recente intervento del coordinatore del Circolo Sanità e Ambiente del Pd, Franco Quadernato, che tra l’altro ha denunciato che, nella sanità casertana, resta in campo la politica bassa, quella degli accorducci di correnti, partiti, capobastone che si contendono la gestione dell’apparato produttivo della sanità, la più grande azienda pubblica della regione”. Al grido di allarme e alle richieste del coordinatore del circolo sanità conferiamo da questa sede il sostegno dell’intero partito democratico della provincia di Caserta;
• la grave crisi occupazionale che investe migliaia di lavoratori della provincia di Caserta e che minaccia di aggravarsi ulteriormente con il rischio chiusura di aziende quale la Firema Trasporti e la IXFIN. In pa
A simili emergenze il partito Democratico intende rispondere con proprie soluzioni e proposte.
Non è più pensabile di assistere inermi di fronte allo scempio economico e produttivo in atto nella provincia di Caserta.
Per tale motivo, credo che sia un dovere del Partito Democratico , “solo momentaneamente all’opposizione”, proporre al dibattito pubblico le proprie soluzioni ed alle forze politiche una soluzione alternativa e più efficace per uscire dal guado della stagnazione.
Lo faremo mettendo in piedi finalmente la nostra Conferenza programmatica da tenersi il 3 e il 4 febbraio 2012 che ci consentirà di elaborare una proposta di indirizzo organizzativo e programmatico.
Con questo spirito chiedo a tutti uno sforzo organizzativo straordinario a partire dai componenti di questa direzione provinciale e dai coordinatori di circoli, dai parlamentari, dai consiglieri regionali e provinciali, dai nostri Sindaci, assessori, consiglieri comunali, da tutti i nostri amici impegnati nelle istituzioni ad ogni livello.
Il partito Democratico vuole mettere in campo le sue idee.
Per questo motivo propongo la costituzione, nell’ambito della direzione provinciale, di 5 gruppi di lavoro tematici, (5 commissioni) che abbiano la funzione di elaborare le proposte del partito democratico sui seguenti settori:
a) trasporti, intermodalità e logistica;
b) sanità;
c) scuola e cultura;
d) crisi industriale e lavoro;
e) sicurezza e legalità.
In tale prospettiva, perciò, sono convinto che sia necessario un richiamo alla responsabilità di noi tutti soggetti attivi, uno sforzo comune, proporzionato alla rilevanza che questi temi rivestono nella vita dei Cittadini, per individuare proposte unitarie all’altezza delle aspettative che la società casertana affida al Partito Democratico in un momento di grave crisi.
Su questi temi chiedo alla direzione provinciale del partito Democratico di avviare una discussione produttiva proiettata verso l’esterno che possa così coinvolgere la società civile e gli interessi della collettività.
Vi ringrazio”.