Non tutte le tessere si sono incastrate a dovere, ma di sicuro quella che si è vissuta ieri sui territori noti alle cronache come “Terra dei fuochi” ha tutti i connotati di una vera e propria rivoluzione. Ben 70 tra deputati e senatori, altrettanti giornalisti accreditati di testate locali e nazionali, lo straordinario contributo dell’ISDE – Medici per l’Ambiente, rappresentati da Giuseppe Comella, Antonio Marfella, Gennaro Esposito e Alfredo Mazza, e la presenza di numerosi attivisti.
Oltre duecento persone che a bordo di quattro pullman hanno dato vita allo “Spazzatour 2013”, evento unico nel suo genere con cui i parlamentari del MoVimento 5 Stelle hanno voluto ribadire con forza la necessità di mantenere i riflettori puntati su un territorio gravemente offeso da anni di mala politica che ne hanno segnato profondamente l’aspetto a livello paesaggistico, ambientale e soprattutto sanitario. Partenza da Napoli con destinazione “Lo Uttaro”, sito casertano che proprio in questi giorni è salito nuovamente agli onori della cronaca per la dura manifestazione cittadina contro la costruzione di un nuovo impianto di trattamento di rifiuti in un area letteralmente avvelenata da lunghi anni di sversamenti di ogni genere.
Dopo la sosta a Lo Uttaro è stata la volta delle discariche di Parco Saurino, Marruzzella e Ferrandelle, nei comuni di Santa Maria la Fossa e San Tammaro, divenute, in fase emergenziale, non solo il maggiore sversatoio casertano dei rifiuti solidi urbani, ma soprattutto delle enormi quantità di rifiuti tossici industriali che proprio in quel periodo viaggiavano occultati tra i rifiuti urbani.
Dopo la provincia di Caserta si è passati a quella di Napoli, raggiungendo il luogo simbolo dello scempio ambientale di questi territori che risponde al nome di Taverna del re. Qui i cancelli del sito per la prima volta si sono stati aperti non solo ai parlamentari 5 stelle provenienti da tutta Italia, ma a centinaia di semplici cittadini che hanno avuto la possibilità di toccare con mano il disastro causato da lunghi anni di gestione scellerata da parte della classe dirigente campana e nazionale della questione rifiuti.
Nel pomeriggio è stata la volta dell’altro gioiello regalato alla Campania dall’emergenza rifiuti. Quell’inceneritore di Acerra che oltre a far vivere sonni inquieti ai cittadini della terra dei fuochi, proprio di recente sembra aver innescato aumenti a raffica della tassa sullo smaltimento dei rifiuti indifferenziati che servirebbero alla Regione per mettere insieme i 355 milioni da pagare a Impregilo per l’acquisto dell’impianto. Anche in questo caso parlamentari e cittadini comuni hanno avuto la possibilità di visitare la struttura nei suoi vari reparti, dalla piattaforma di scarico, alla camera di presa dei rifiuti fino alla sala controlli. La giornata si è conclusa con la visita alle discariche di Napoli est e l’ex fabbrica chimica di Mariglianella, ulteriori teatri spettrali dell’emergenza ambientale napoletano-casertana che richiedono la massima attenzione per poter giungere nel più breve tempo possibile a soluzioni concrete e sostenibili.
Grande il rammarico per gli inconvenienti e le incomprensioni che hanno fatto saltare purtroppo la tappa pomeridiana presso la parrocchia di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano per salutare lo straordinario impegno di padre Maurizio Patriciello, figura di assoluto riferimento nella grande battaglia contro i roghi tossici. Ma se è vero che le rivoluzioni non si fanno in un giorno, è anche vero che le stesse rivoluzioni vanno fatto un passo dopo l’altro.
Vincenzo Viglione