Matese- Licenza di uccidere il territorio agricolo-rurale(quello rimasto). A dare il colpo mortale, fatale, a queste zone ancora a caratterizzazione agricola, sempre più residuali è l’articolo 8 della legge n.6 2016 che ha per titolo “Prime misure per la razionalizzazione della spesa ed il rilancio dell’economia campana”. L’articolo in questione ha modificato ancora una volta il pacchetto regionale del piano casa ed in particolare il comma d in materia di edificazione nelle zone agricole. La nuova norma, pubblicata sul bollettino ufficiale della regione( burc), dispone che per edificare in zona agricola non bisogna avere il requisito di imprenditore agricolo ( a dire il vero tale previsione molte volte è stata aggirata e raggirata) ma è sufficiente essere imprenditore quindi non avere alcun legame funzionale con l’esercizio delle attività di tipo agricolo . E’ la concezione di “trasformazione urbana” che De Luca vuole esportare , costi quel che costi, nelle resistenti aree a destinazione agricola : Il Ptr, cioè il massino atto di pianificazione dell’ente regionale, dice che il Matese- come le aree interne in generale- è a vocazione ecologico- ambientale non importa occorrono più villette e villini al posto di campi arati o di distese di frumento o mais. Invece di pensare a mettere mano ad uno squattrinato ed inutile- come è imbastito ed imbalsamato – ente parco il consiglio regionale e la giunta De Luca ha pensato (male) di accorciare le distanze urbane e contribuire ad urbanizzare lo spazio agricolo esistente che si fa fatica a mantenere già adesso con piani regolatori (adesso puc) vecchi fatiscenti inadeguati non aggiornati con i comuni che già hanno beneficiato due proroghe per provvedere. Basta andare in giro e rendersi conto delle campagne colabrodo, gruviera con i casolari a pezzi ed i villini nuovi di zecca. Vada a Letino, nella “terrazza” della Campania il governatore del neo-urbanesimo e potrà toccare con mano come si fa un piano urbanistico a tasso zero di consumo di suolo. “Come conseguenza – scrive il docente e studioso Alessandro Del Piaz – sia pure tardiva di tale importante conquista, era avvenuto che la maggioranza a sostegno di Caldoro nel 2014 avesse corretto un suo precedente emendamento al “piano casa” : nell’art. 6 bis introdotto nel 2011 nella LRC 19/2009, venivano infatti limitati «i mutamenti di destinazione d’uso di immobili» nelle zone agricole (per intenderci, da stalle o depositi ad abitazioni) a quelli connessi con l’ «uso residenziale del nucleo familiare dell’imprenditore agricolo». Ora, nel 2016, il centro-sinistra sopprime tale limitazione consentendo i mutamenti di destinazione d’uso in deroga ai piani urbanistici per l’ «uso residenziale del nucleo familiare del proprietario dell’immobile o a chi abbia titolo per richiederli» ai sensi del DPR 380/2001: si apre in tal modo un varco preoccupante per tornare a perpetuare l’aberrazione delle villette o dei condomini residenziali in campagna, che hanno distrutto in Campania vaste estensioni verdi trasformandole, e non solo nelle pianure conurbate, in tristissime periferie rur-urbane”.

Michele Martuscelli

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