E’ orami guerra aperta nel Pdl di Mondragone. Il consigliere comunale del Pdl Giuseppe Piazza, prende carta e penna e scrive una lunga lettera al coordinatore cittadino Ermanno Miraglia. Parole al vetriolo che confermano le forte divergenze interne.
“Caro Ermanno, rispondo al tuo “sermone”, divulgato a mezzo stampa, al solo scopo di puntualizzare alcune questioni che da troppo tempo attendono risposte nette e convincenti. È vero che ho disertato alcune riunioni da te convocate ma non per infantilismo o perché – come dici tu – non avrei digerito la mia destituzione da Coordinatore, ma per il semplice motivo che la politica ha regole che non possono essere violate, pena la sua totale incomprensibilità. Io non condivido assolutamente la deriva disciplinare in atto nel PdL cittadino dove si minacciano espulsioni, si praticano ostracismi ed esili se solo si osa dissentire o disturbare il manovratore. Fino a prova contraria siamo ancora il Popolo della Libertà e non certo la “Caserma del podestà”. Siamo liberi di professare le nostre opinioni e di esprimere le nostre idee”.
“Vedi, caro Ermanno, – scrive Piazza – come facciamo noi a definirci un partito se non è stata abbozzata neppure una reazione politica alla mancata candidatura dell’on. Landolfi? Può darsi che a te come ad altri non freghi assolutamente niente di tutto questo, a me invece brucia un po’ vedere, ad esempio, che non c’è nessun nostro concittadino a votare per il futuro presidente della Repubblica. L’on. Landolfi ha ricoperto incarichi prestigiosissimi che hanno conferito orgoglio alla nostra comunità e a tutti i mondragonesi degni di questo nome. È stato escluso dalle liste senza che il nostro sindaco, che è tale anche grazie a lui, abbia sentito il dovere morale di esprimergli vicinanza a nome della città. Evidentemente, era una decisione attesa e forse, da alcuni, persino auspicata. Ne vogliamo parlare? O forse vogliamo fare il bis alle prossime elezioni regionali e disfarci anche della presenza dell’on. Daniela Nugnes?”.
“Lo stesso dicasi – afferma Piazza – per le elezioni di febbraio. Hai fatto affiggere un manifesto privo di tutto, soprattutto di senso: solo un numero accompagnato dal rituale “grazie”, quasi a voler far balenare l’idea di una grande affermazione. Ma vi siete accorti che abbiamo perso oltre 5000 voti rispetto al 2008? Ne vogliamo parlare? In alternativa ti propongo di discutere della tenuta della maggioranza, del documento del consigliere Napolitano e del rapporto con le opposizioni. Venendo, poi, alle questioni amministrative, ti invito a convocare una riunione politica sulle cartelle della Tarsu, sull’immigrazione, sul ruolo del Consiglio Comunale e sul non-ruolo del suo presidente, oppure sui fondamentali temi sollevati dall’on. Nugnes in una recente intervista. Oppure, ancora, su alcune proposte da me formulate in favore del centro storico. Come vedi, c’è solo l’imbarazzo della scelta”.
“In ogni caso, io sono qui, – conclude Piazza – a disposizione del mio Partito, con la stessa libertà di critica che il nostro sindaco esercita altrettanto legittimamente nel suo mandato di consigliere provinciale. Sono il primo a volere un confronto aperto, vero e politico ma sono anche il primo a chiederti di distinguere nettamente l’attività interna al PdL, dove protagonista è l’iscritto e beneficiario il partito, da quella amministrativa, dove il protagonista è l’eletto e beneficiario il popolo. Da qualche tempo si sta facendo troppa confusione. E non penso sia un bene”.