ORTA DI ATELLA – Grande successo di partecipazione alla manifestazione “No tax day”. Nonostante il sole che picchiava, centinaia di persone hanno accolto l’appello del comitato promotore e, sin dalle ore 16 del pomeriggio, si sono radunate in piazza San Salvatore.
“Armati” di fischietti e cartelloni, hanno sfilato per le strade del paese protestando contro la tariffa Tarsu più cara d’Italia (circa 5 euro al mq) e le tariffe acqua che sfiorano in media i trecento euro annui per famiglia. Slogan facevano riferimento all’annosa questione del Reddito minimo d’inserimento e alla mancanza di idonee strutture scolastiche nonostante un aumento vertiginoso della popolazione. Cartelloni che inneggiavano contro il mancato pagamento delle “borse di studio” e dei contributi fitti fermi al 2005. È stata evidenziata una cattiva gestione in merito al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti con il mancato obiettivo della percentuale di raccolta differenziata prevista per legge. Si è trattato, inoltre, della questione viabilità e dei disagi che le cartolibrerie del territorio stanno avendo con il comune tanto da mettere a rischio la distribuzione dei testi scolastici per il prossimo anno. Giunti al piazzale antistante la casa comunale, si è tenuto un dibattito pubblico in cui sono intervenuti cittadini “storici” e nuovi residenti i quali non hanno lesinato critiche all’attuale amministrazione comunale. Al dibattito sono intervenuti con grande senso di responsabilità anche consiglieri comunali di opposizione come Cioffi e Guido. Momenti di grande entusiasmo e fervore si sono avuti durante gli interventi dei consiglieri Piccirillo e Roseto che hanno lanciato precise accuse di immobilismo e mancanza di etica nella pubblica amministrazione sollevando, di fatto, una “questione morale”. Il dibattito è stato chiuso da colui che può essere considerato, a giusta ragione, il padre putativo della manifestazione, il consigliere comunale Stefano Minichino. Un’occasione, quindi, di confronto e di dibattito dove, oltre ad analizzare le innumerevoli questioni poste sul tappeto, sono state lanciate anche una serie di proposte per un “buon governo” della città. Un’occasione di “risveglio popolare” che produrrà sicuramente degli effetti anche immediati. Non a caso, infatti, già a margine della manifestazione, i cittadini e gli organizzatori auspicano la nascita di un movimento che, liberandosi da vessilli e bandiere politiche di appartenenza, griderà forte il bisogno di valori quali onestà, legalità, correttezza e buona fede che dovrebbero costantemente caratterizzare l’azione amministratia, affinché gli interessi che si vogliono tutelare siano, sempre e soltanto, tesi al bene comune ed all’interesse generale. “Quando l’azione politica è, infatti, distratta da altre finalità – gridavano dal palco – vuol dire che non stiamo più parlando di politica. Affinché questa distrazione o, come la possiamo definire, tentazione, non corrompa l’azione pubblica è necessario che il sentire politico sia dotato di un alto requisito ormai scarsamente presente: la moralità, che ha la funzione di garantire la buona politica”.