Gli italiani hanno la memoria corta. Ancor di più gli ortesi, popolo per la stragrande maggioranza composto da persone perbene. Non smetteremo mai di ribadirlo. Con la stessa convinzione però diciamo che hanno dimenticato troppo in fretta il recente passato politico-amministrativo di Orta di Atella. Appena due anni fa il nome di Salvatore Del Prete, alias “Magò” (nella foto con Angelo Brancaccio), oggi candidato con la lista Campania Libera a sostegno dell’aspirante sindaco Andrea Villano, sale alla ribalta durante il processo Gmc per “colpa” del fratello Pasquale. Sergio Orsi, già condannato a 2 anni e 8 mesi con rito abbreviato, ascoltato nell’aprile del 2016 come teste nel procedimento che vede imputati, tra gli altri, Angelo Brancaccio, delinea i tratti del “sistema Gmc”. E dichiara che la società multiservizi era un carrozzone che serviva a “mettere a posto” amici e parenti degli allora amministratori comunali (i fatti risalgono al 2005). Tra i familiari assunti all’epoca troviamo appunto quello del fratello di Del Prete “Magò”, già a quei tempi molto scaltro. Il fratello Pasquale fu inquadrato dalla ditta come impiegato amministrativo. E poco dopo fu “traferito” in Regione alla corte di Brancaccio. “Magò” era all’epoca un fido collaboratore. Un cagnolino di compagnia dell’ex sindaco. Una sorta di factotum, utile per ogni evenienza. Devotissimo. Seguiva come un’ombra Brancaccio.
E l’ex primo cittadino, una volta diventato consigliere regionale si mostrò subito magnanimo con Del Prete, con la “chiamata” in Regione del fratello Pasquale. Negli uffici del Centro direzionale di Napoli si fa la bella vita: poco lavoro, tanto svago. “Magò” ringraziò il grande capo e continuò ad adorarlo e a celebrarlo fino a quando ci fu la rottura con Brancaccio. Tutti dicono di conoscere i motivi dello strappo (“si sa bene”, si vocifera sui marciapiedi) ma nessuno conosce fino in fondo la verità. Cercheremo di scoprirla nelle prossime puntate. Da allora Del Prete è diventato uno degli acerrimi nemici di Brancaccio. Nell’ultima amministrazione targata Brancaccio è stato tra i più agguerriti consiglieri di opposizione (l’ingratitudine umana è più grande della provvidenza divina). L’apprezzato(?) architetto “Magò” figura anche tra i 5 consiglieri di opposizione (assieme a Michele De Micco, Carlo Cioffi, Giovanni Sorvillo e Stefano Minichino) che nel 2015 presentarono ricorso, accolto solo in parte, contro il Piano urbanistico comunale.
A proposito: egregio signor Francesco Gianfranco Piccirillo come mai lei non sottoscrisse il ricorso? A quei tempi, a differenza di oggi, non ricopriva l’impegnativo incarico di autista dell’eurodeputato Pd Nicola Caputo. All’epoca sedeva anche lei tra i banchi della minoranza. Era forse in altre faccende affaccendato? Eppure da diversi mesi la sua verve di “barricadero” si era notevolmente affievolita, fino a scomparire del tutto. Chissà perché… Illustre signor Piccirillo, per caso le venne in sogno Padre Pio a consigliarle di starsene buono, tranquillo e soprattutto zitto? Per amore della verità c’è da rimarcare che neanche Giuseppe Roseto firmò il ricorso. Ma ci risulta che fu proprio lei, esimio attendente dell’onorevole Caputo, a invitare, quasi a implorare, Roseto a non farle fare la figura di m… di essere l’unico tra i 7 consiglieri di opposizione a non sottoscrivere il ricorso contro il Puc. Rispettabilissimo signor Piccirillo chieda almeno scusa ai cittadini. Dello strumento urbanistico parleremo in futuro per fare, tra l’altro, nomi e cognomi dei tecnici che intascarono parcelle da 400mila euro a botta per progettini facili facili. Parco Oliteama docet. In questo caso un tecnico mago ha fatto sparire, oltre a quasi un miliardo di vecchie lire, addirittura anche le fogne. E che cazzo! Apriamo e chiudiamo parentesi: come mai le società immobiliari hanno ricoperto d’oro i tecnici? Con quelle parcelle avrebbero potuto ingaggiare Renzo Piano.
Nota a margine. Ad Orta di Atella, che non si fa mancare davvero nulla, risiede una famiglia di “profughi” (quelli “appezzottati”, massimo rispetto per i profughi veri) che pensa di intimidirmi. Avete sbagliato accampamento.
Mario De Michele